Scala, concerto dopo il virus "Lezione di umiltà per Milano"

Il sindaco concentra il discorso sul nemico invisibile "Eravamo abituati a macinare record e primeggiare"

Scala, concerto dopo il virus "Lezione di umiltà per Milano"

Un grande concerto popolare alla Scala alla fine della pandemia, come quello che il maestro Arturo Toscanini diresse l'11 maggio del 1946 quando il teatro distrutto dai bombardamenti nel '43 riapriva segnando la rinascita di Milano. La proposta del presidente provinciale dell'Anpi Roberto Cenati è stata accolta ieri dal sindaco: «É una buona idea e siamo favorevoli a realizzarla, tenendo però conto del calendario della Scala che è in elaborazione». Allora entrarono tremila spettatori paganti ma le piazze vicine si affollarono per la musica diffusa dagli altoparlanti. Ieri il corteo del 75esimo anniversario della Liberazione - cancellato dall'emergenza Covid - si sarebbe concluso con un concerto gratuito per i milanesi alla Scala (gli orchestrali avevano accettato di suonare gratis e in un giorno festivo), anche per festeggiare la liberazione dall'altro nemico, il virus maledetto, potrebbe avere una formula simile. «Cosa significhi libertà, cari amici miei, l'avete capito benissimo in questi lunghi giorni in cui siamo obbligati a rinunciarci per combattere contro il virus - ha spiegato Beppe Sala in un video su Facebook rivolto a bambini (e non solo) per il 25 Aprile - un nemico invisibile e sconosciuto che si aggira per le nostre vie. Stiamo sacrificando la nostra libertà per poter tornare tutti insieme a vivere una nuova normalità. Ma sono sicuro che proprio questa brutta avventura ci insegna quale meraviglioso frutto di vita sia la libertà, difendiamolo come il bene più prezioso». E sul parallelismo tra passato e presente ha basato il discorso istituzionale nel Cortile di Palazzo Marino, dopo aver posato con Cenati la corona davanti alla targa di Milano Medaglia d'Oro per la resistenza. «La situazione difficile che ci troviamo ad affrontare a causa dell'epidemia è un vero banco di prova per l'Italia - ha affermato -. L'epidemia che ha colpiti in modo particolarmente crudele la nostra Regione è stata un'occasione per richiamarci all'umiltà: Milano e la Lombardia sono abituate a macinare record e a primeggiare, ma in questa drammatica emergenza hanno riscoperto le loro fragilità. Con le loro forze ed eccellenze si sono trovate disarmate di fronte ad un nemico così subdolo. Ma allo stesso tempo hanno toccato con mano l'importanza di essere parte di una grande nazione». Alla «battaglia che stiamo combattendo - ha rimarcato - deve però partecipare da protagonista l'Europa, in questi mesi si gioca una partita cruciale per il futuro dell'Unione. Serve uno slancio senza precedenti, cuore e coraggio». L'immagine della Milano internazionale oggi sembra in macerie, Sala parla della ricostruzione. «Dobbiamo ripartire con ancora più voglia di fare, la nuova battaglia che ci aspetta deve trasformarsi in occasione per correggere errori del passato, la solidarietà, cambiare ritmi e abitudini di vita. Lo dico da sindaco di una città votata alla modernità». Bisogna «progettare il futuro con creatività. trovare nuove strade per il progresso che non distrugga le relazioni umane e l'ambiente». Oggi come il 25 Aprile «ci troviamo a combattere una battaglia crudele che ha colpito duramente la nostra comunità. Nei prossimi mesi servirà l'energia, la laboriosità, la creatività, la generosità di tutti. Milano e l'Italia ce la possono fare.

Insieme possiamo ritrovare in questa emergenza qualcosa che forse rischiavamo di dimenticare: l'orgoglio si essere tutti parte di una sola grande comunità». Chiude con i versi d Luis Sepulveda, vittima del Coronavirus. Alle 15 intona invece il «Bella ciao» accompagnato dalla chitarra di Saturnino dal balcone della sala riunioni che si affaccia su piazza San Fedele.

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