Scola ammonisce l'Europa: «Ha gravi responsabilità»

«Europa impotente, incapace di trovare soluzioni». Parla dal pulpito, il cardinale Angelo Scola ( nella foto ), nella bella abbazia di Mirasole dove sono riuniti imprenditori credenti da tutto il mondo, per il meeting di Uniapac, l'Unione Internazionale degli imprenditori e dirigenti cristiani. Gente che incide nelle piccole e grandi decisioni della società. Le parole di Scola arrivano nei giorni in cui la Stazione Centrale e i centri milanesi sono presi d'assalto da ondate di disperati, costretti a bivaccare qui senza nemmeno poter ripartire verso il Nord, mentre Francia e Austria hanno chiuso i confini.

Un monito verso il rimpallo di responsabilità dell'Europa, in un discorso che riguarda profughi e migranti, tutti coloro che sono in fuga dai loro Paesi d'origine. «Europa gravemente responsabile» perché non trova una soluzione che, secondo il cardinale, sarebbe «forse non così difficile», se si pensa a ciò che accade in altri Paesi del mondo, che vivono disagi maggiori dei nostri, eppure hanno spalancato le loro porte.

«Vogliamo ricordare la situazione drammatica di tanti nostri fratelli perseguitati a causa della loro fede - le parole di Scola - e anche dei tanti immigrati che stanno giungendo ininterrottamente sulle coste italiane, per le quali l'impotenza gravemente responsabile dell'Europa non riesce a trovare una soluzione equa e forse non così difficile, se si pensa che un Paese come il Libano, con tutti i suoi problemi, sta ospitando in questo momento un milione e mezzo di siriani». Un richiamo alle nostre responsabilità: «È forse giunta l'ora che noi Europei ci interroghiamo un po' di più su chi vogliamo essere, su quale tipo di uomo vuole essere l'uomo europeo del terzo millennio».

Scola sarà in Libano e a

Erbil, in Iraq, dal 16 al 20 giugno, proprio per portare la solidarietà della Chiesa milanese ai cristiani perseguitati: per aiutare le famiglie in fuga è stata anche organizzata una raccolta fondi della Caritas ambrosiana.

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