Scritte filo-Br al mercato. Il Comune cancella solo quelle dei fascisti?

Muro del Corvetto imbrattato dai pro-Lioce Nessuna condanna e le toglierà il Municipio

Scritte filo-Br al mercato. Il Comune cancella solo quelle dei fascisti?

Stella a cinque punte, falce e martello, «solidarietà alla Br Nadia Lioce». Al Corvetto una scritta rossa campeggia - del tutto indisturbata - da almeno una settimana. Sette giorni sono passati dalla denuncia che il Municipio ha inoltrato a tutti gli organi competenti. Ma la scritta con lo spray reca la data del 4 maggio, giorno in cui un ulteriore giudizio, per una sorta di protesta penitenziaria, è stato attivato per la Lioce, che all'Aquila sconta il carcere a vita dopo le condanne riportate per gli omicidi dei professori riformisti Marco Biagi e Massimo D'Antona e del sovrintendente dei polizia Emanuele Petri.

Una frangia minoritaria di estremisti la ritiene «prigioniera politica» e qualcuno ha pensato bene di esporre questa delirante solidarietà su un muro del Corvetto. Però nessuno, a Palazzo Marino, nelle sinistra, si è preso la briga di dire o fare niente. Nessuno con tre eccezioni: il presidente del Municipio 4 Paolo Bassi, il presidente della commissione municipale Sicurezza, Francesco Rocca, l'ex vicesindaco e oggi assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato (Fratelli d'Italia). «Ho provveduto ad informare tempestivamente il Comune, scrivendo a sindaco, e agli assessori Scavuzzo e Tajani» ha detto Rocca il 21 maggio. «Questa scritta è una vergogna che umilia Milano e i milanesi» ha dichiarato nello stesso giorno De Corato.

Con la consueta attenzione, dopo le rituali segnalazioni, dopo essersi assicurato che siano stati compiuti i rilievi del caso e dopo aver ottenuto il naturale via libera dei commercianti, Bassi ha deciso di intervenire direttamente e domani (insieme a Rocca) passerà una mano di vernice sul muro per cancellare quella scritta odiosa: «Un gesto simbolico ma importante - spiega - che segue una lunga attività di contrasto a questo genere di scritte, un'attività che abbiamo portato avanti nei primi due anni, con altri interlocutori, soprattutto Aler, per far rimuovere soprattutto quelle più odiose, le scritte d'odio contro la polizia o il 41 bis. Ora andiamo a cancellare di persona una scritta di apologia delle Br, il massimo del peggio».

De Corato ha definito «vergognoso» anche «il fatto che non ci sia stata nessuna reazione di condanna da parte delle istituzioni che invece alla prima sillaba nostalgica fanno istantanee dichiarazioni di fuoco». Il pensiero in effetti corre a casi analoghi, casi in cui scritte di matrice fascista hanno innescato una serie di iniziative o reazioni. «Quando all'Ortica qualcuno ha lasciato una scritta inneggiante al Duce - osserva Rocca - si sono mobilitati e lo stesso Sala è intervenuto verificando poi che avessero rimosso quella scritta ignobile».

Dopo la scritta dell'Ortica, a dicembre, il sindaco chiese una condanna politica unanime, ma oltre al giusto intervento di pulizia ci fu chi propose di partecipare alla manifestazione antifascista di Como e chi fece appello a una «mobilitazione cittadina». «E su questa che esalta una terrorista rossa? - chiede Rocca - perché nessuno fa o dice niente?». Ci penseranno loro a rimediare, domani, con vernice e pennelli.

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