Scuola choc, è tutto da rifare (ma mancano 300 milioni)

Strutture vecchie e fatiscenti e pochi fondi per intervenire Tre stabili pericolosi saranno abbattuti e ricostruiti in legno

Maria Sorbi

In una scuola piove dal tetto, nell'altra il riscaldamento funziona a intermittenza. E poi ancora, ci sono palestre che risalgono agli anni Trenta e caldaie strabordanti di amianto. Gli istituti di Milano e dell'hinterland non se la passano bene e sembra che i soldi (pochi) investiti per sistemarli non siano mai abbastanza. Tanto che sorgono come funghi comitati di genitori che denunciano umidità in aula, infiltrazioni nelle pareti e soffitti infradiciati dalla pioggia.

La Città metropolitana, che nell'ultimo anno scolastico ha effettuato 1.800 interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria (dalla sostituzione dei vetri e delle lavagne rotte ai lavori sugli impianti elettrici), ha messo sul piatto 2 milioni di euro. Tuttavia, per sistemare i 154 edifici che ha in carico, di milioni ne servirebbero 300. Una cifra dichiarata sulla carta come stima del fabbisogno medio per ogni anno ma, soprattutto di questi tempi, considerata all'unanimità pura fantascienza. Le casse della Città metropolitana languono e in questa fase di passaggio delle responsabilità (il consigliere delegato alla Scuola, Michela Palestra, è alla vigilia della scadenza del suo incarico) la situazione è ancora più in stallo.

Basti pensare che quando un preside chiama l'ex Provincia per chiedere un intervento, i tecnici disponibili a uscire per le ispezioni sono solo una ventina (di cui tre con contratto part time) per monitorare 5 milioni di metri quadri di scuole, di cui tre a Milano.

Il Comune di Milano, da qui al 2019, ha previsto un piano di investimenti di 80 milioni di euro e, durante il quinquennio di Pisapia, ne ha appaltati 206. Ad oggi i cantieri aperti per migliorare aule e palestre sono una cinquantina. In tre casi, in più irreparabili, si è deciso di non ristrutturare nemmeno né di mettere toppe ma di abbattere definitivamente l'edificio.

E così a breve Milano avrà le sue prime scuole ecosostenibili, costruire interamente in legno. La scuola media di via Strozzi, a Bande Nere, è stata già demolita. Nella scuola di via Viscontini, parco Trenno, gli studenti sono già stati trasferiti e a breve arriveranno le ruspe. E in programma c'è anche la demolizione dell'edificio di via Brocchi a Lambrate. Al posto delle vecchie strutture fatiscenti, spunteranno scuole in stile Nord Europa, con legno a vista e spazi «da modellare» a seconda delle esigenze. FederlegnoArredo si è impegnata a fornire al Comune di Milano un supporto tecnico gratuito per la progettazione delle prime opere. Secondo uno studio dei tecnici del Comune, ad esempio, la costruzione di un edificio in legno di 15 classi richiederebbe otto mesi contro i quasi due anni di una scuola tradizionale in cemento.

Mentre alcuni quartieri sono a un passo dall'inaugurazione delle nuove aule, altri soffrono e chiedono da tempo la costruzione di una nuova scuola. È il caso del quartiere Adriano che sogna da anni la scuola media. Quest'estate Palazzo Marino ha nuovamente promesso la costruzione dell'edificio ma non ha sciolto le incognite relative ai soldi necessari.

L'investimento necessario ammonta a 10 milioni di euro, a cui si aggiungeranno 6,4 milioni per le opere di demolizione di immobili e la bonifica dell'area, abbandonata dal 2008. Da risolvere anche i caso dell'ex scuola media Colombo, dell'istituto Console Marcello, abbandonata e popolata da senzatetto e disperati.

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