Se il negozio sotto casa fa da banca agli anziani

«Che faccio, lascio?», «Segno?». Da sempre il salumiere pone queste due domande ai suoi clienti. Lo fa, giusto così per fare, sicuro del sì accennato col capo. E da sempre «lascia» sulla bilancia le tre fette di crudo in più e «segna» sul libretto la spesa da saldare a fine mese. La crisi sta cambiando anche la tradizione del lascia-segna. Cioè: sempre più spesso i clienti chiedono di non esagerare con le quantità di affettati o di carne. E il negoziante spera di essere pagato subito, senza dover aspettare la chiusura del conto «a libretto». A raccontare come stanno cambiando le cose sono i macellai milanesi, le gastronomie, i salumieri storici dei quartieri. Aumenta il numero di chi chiede di «mettere in conto, poi passerò». E quel «passerò» significa spesso, tra le righe, «aspetto di prendere lo stipendio e pagherò».
«Diciamo che se una volta erano tre i clienti che chiedevano di segnare sul conto, ora sono sei» commenta un macellaio. Effetto della terza settimana del mese, quella in cui è meglio stare attenti per non ripulire totalmente il conto in banca.
Il titolare della macelleria Manzoni di via Meda ha a che fare con una clientela fatta di parecchie signore anziane: «Vengono a comprare dopo aver percepito la pensione. Qualcuna mi dice che deve riscuotere la settimana successiva. Che faccio, le dico di no? Io la servo lo stesso e mi fido. So che tornerà a pagare». C'è un altro aspetto della crisi. Un bell'aspetto. La solidarietà verso chi tira la cinghia aumenta, diventa un po' più tenera. «Mi preoccupo per le signore anziane - sostiene un commerciante - Non lo dico per questione di affari, ma è bene che mangino una bella bistecca almeno una volta alla settimana». Alessandro Nava, che ha il negozio in periferia, zona San Raffaele, nota che i clienti «ordinano un po' meno, si fanno vedere un po' più di rado». E anche in centro le abitudini sono cambiate. Di solito le gastronomie chic aprono il conto ai clienti abituali, quelli fedeli di cui ci si può fidare. In qualche raro caso, il conto resta lì, inevaso per parecchio tempo.

Da «Strada e Zucca» in piazza del Carmine, nel cuore di Brera, si riscontra un altro problema: «Più che i clienti - sostengono in negozio - sono le aziende che non pagano. Abbiamo anche dovuto aprire una causa». E con le aziende il conto sale, non si tratta certo di poche decine di euro.

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