Alberto Giannoni
Il Comune dice addio alla mega moschea, il centro islamico preannuncia un ricorso. La Mecca alle porte di Milano continua a dividere. Il Consiglio comunale di Sesto San Giovanni ha approvato lunedì notte la decadenza della concessione del diritto di superficie sull'area di via Luini per la realizzazione di quella che era stata ribattezzata «la più grande moschea del Nord Italia».
La delibera è stata presa a larga maggioranza, con i soli voti contrari del Pd, mentre si è astenuto il consigliere grillino. Formalmente la decisione è fondata su «una serie di gravi e ripetuti inadempimenti da parte del Centro culturale islamico rispetto agli impegni previsti nelle convenzioni del 2013 e del 2015». Il Comune cita una serie di inadempienze dell'associazione islamica che aveva sottoscritto la convenzione: la prima è il mancato pagamento della somma di 320mila euro (20mila euro a saldo del diritto di superficie, 250mila quale contributo per le opere aggiuntive e 50mila euro per la monetizzazione dei parcheggi) ma altre carenze evidenziate dall'amministrazione comunale sono il mancato completamento della procedura di bonifica, il mancato avvio della realizzazione del Centro Culturale islamico che doveva iniziare a settembre e il mancato rispetto della diffida ad adempiere inviata a luglio.
Ecco quindi la decadenza del Centro Culturale Islamico dalla concessione del diritto di superficie. Nella stessa seduta è stato approvato un ordine del giorno della coalizione civica, fatto proprio dal sindaco, che invita l'amministrazione a predisporre il piano per le attrezzature religiose nel PGT e ad aprire un tavolo istituzionale di confronto per individuare aree da destinare alla realizzazione di attrezzature di interesse comune a servizi religiosi. Soddisfatto il sindaco Roberto Di Stefano (Forza Italia): «È un momento importante - ha detto - che archivia definitivamente il progetto di costruzione della più grande moschea del Nord Italia. I gravi inadempimenti del centro islamico locale non si potevano più nascondere. Il dialogo con la comunità islamica resta aperto e intendiamo nelle prossime settimane portare avanti un tavolo interreligioso con tutte le realtà religiose del territorio». Si conclude così un iter aperto a luglio, quando la giunta dichiarò decaduto il permesso di costruire. «Il rispetto delle leggi è prioritario.
Applicarle a chiunque anche» ha sottolineato l'assessore all'Urbanistica Antonio Lamiranda, spiegando che sarà individuata l'area da destinare a luogo di culto: «Questo non significa che in quell'area sorgerà necessariamente una moschea potendo partecipare al bando qualunque ente religioso oltre alla comunità musulmana. Non ci saranno corsie preferenziali per nessuno come invece accaduto in precedenza».
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