Sgarbi taglia le teste di Mussolini da esporre a Loreto

In meno di ventiquattro ore la polemica è già montata e «smontata». A indignazione, scandali e irritazione fa seguito il dietro front più repentino che l’assessore alla cultura Vittorio Sgarbi abbia fatto in vita sua. La provocatoria proposta dell’architetto Alberto Bartalini di mettere 3 grandi teste del Duce in zucchero proprio lì dove venne esposto al pubblico ludibrio quel 29 aprile 1945 e proprio lì dove 15 partigiani e antifascisti, prelevati da San Vittore, vennero fucilati il 10 agosto del ’44, è stata bocciata prima ancora di vedere la luce. Proprio da Sgarbi, amante per antonomasia delle provocazioni e degli scandali.
D’altronde un «no» bipartisan si era levato da Milano, che con piazzale Loreto ha un rapporto travagliato, a destra come a sinistra. Dalla nipote del Duce, Alessandra Mussolini al colonnello di An Ignazio la Russa. Dal presidente dell’Associazione Nazionale Deportati Politici Gianfranco Maris al segretario provinciale di Rifondazione Augusto Rocchi, passando per Marilena Adamo capogruppo Ds a Palazzo Marino a Antonio Panzeri, europarlamentare Ds.
È veramente troppo per Vittorio Sgarbi, che non ci sta a sentirsi dire cosa deve fare: «Non ho intenzione di avere prediche da bacchettoni e soloni in nome del fascismo e dell’antifascismo. Nessuna installazione a fine settembre col volto di Benito Mussolini. Quanto alla ventilata ipotesi di installazione a piazzale Loreto, nessuno, neanche io, ne conosce i caratteri e lo sviluppo. Ma essa è già stata sepolta sotto le parole senza che io ne conosca neppure il progetto.

Vorrei così interrompere - continua il critico - la futile discussione affermando che, contrariamente alla mia abitudine, di vedere prima di parlare, di decidere a ragion veduta, non ho alcuna intenzione di realizzare iniziative di qualsivoglia natura in piazzale Loreto».

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