«La Lombardia in testa». Maxi manifesti già affissi in tutta la Regione, un sito internet nuovo di zecca (www.lombardiaintesta.com) connesso a tutti i social network e ieri sera al Grand Hotel et de Milan il primo incontro (a cinque stelle, niente salamelle) della lista civica «Maroni presidente». Che si aggiunge a quella dall'ex ministro berlusconiano Giulio Tremonti e precede quella ufficiale della Lega per appoggiare la corsa al Pirellone del segretario. Perché il Carroccio rallenta, ma non arretra. E in attesa di capire cosa deciderà di fare il premier Mario Monti e le conseguenti contromosse di Silvio Berlusconi e del Pdl, prosegue nella strada della candidatura di Maroni alla guida Regione. «Per noi il tempo è scaduto - assicura il segretario lombardo Matteo Salvini - Noi il candidato l'abbiamo, chi vuole si aggreghi». Con Maroni che è solo un po' più aperto al dialogo. «Abbiamo detto a Berlusconi quali sono le nostre idee e che venerdì dobbiamo chiudere. Quindi per me rimane questa data, non c'è necessità di spostarla avanti». Ultimatum e residua possibilità di ricementare la grande alleanza del centrodestra, sola speranza per non cedere il governo del Paese e soprattutto la Lombardia all'avanzata delle sinistre. Uno spettro che ha di molto rallentato il passo di corsa dell'ex ministro dell'Interno succeduto a Umberto Bossi alla guida della Lega, ma la candidatura di Gabriele Albertini e la possibile ridiscesa in campo di Berlusconi rischiano di diventare ostacoli difficili da digerire per il leghisti. «Se la società civile è rappresentata dalle eleganti considerazioni sul vomito di Albertini su Repubblica - ha twittato ieri Maroni -, poveri noi e povera Milano». Piccata replica all'ex sindaco che prevede un'alleanza alle elezioni politiche con Angelino Alfano candidato premier in cambio del via libera a Maroni in Lombardia. «Un sì che li farà vomitare», ha sentenziato Albertini nell'intervista pronosticando una sconfitta per Maroni.
Che, invece, crede molto nella lista civica pensata sul modello di quella che ha fatto vincere il sindaco Flavio Tosi a Verona. Il «portavoce» sarà il professor Stefano Bruno Galli che alla Padania ha annunciato come «pilastro irrinunciabile la macroregione del Nord», una soluzione presentata come «più credibile rispetto alla Questione settentrionale, la risposta più concreta alla fortissima crisi economica congiunturale vissuta dalle famiglie e da chi fa impresa al Nord». E nella carta dei principi fondamentali, oltre all'euroregione, Galli mette l'autonomia e una battaglia per far rimanere sul territorio il 75 per cento delle tasse. Con lui ci sono imprenditori, professori universitari e sportivi come il campione olimpico della canoa Antonio Rossi e la sciatrice Lara Magoni. «Ma c'è anche tanto volontariato - sottolinea Salvini - Chi assiste i non vedenti, i padri separati, i centri di aiuto alla vita. Bello che non ci sia solo il denaro, ma anche tanta solidarietà».
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