Il sogno della clinica dei bimbi I fondi ci sono (non il progetto)

Oltre all'istituto di ricerche Cerba e alla Cittadella della salute, c'è un altro maxi progetto che sembra ormai destinato a restare fermo al palo. È quello della Città dei bambini, il matrimonio mai celebrato tra l'ospedale Buzzi e le clinica Mangiagalli.
Dell'idea della «maxi-culla» si parla fin dai tempi del ministro della Salute Girolamo Sirchia. Il sogno di costruire un sodalizio tra i due ospedali dei bebé è stata sempre caldeggiato dall'ex presidente lombardo Roberto Formigoni. Che ha lottato per ottenere i finanziamenti necessari a realizzare il progetto. E alla fine ce l'ha pure fatta. Dopo anni di trafile burocratiche, ora i soldi sono arrivati: si tratta di un finanziamento di 40 milioni di euro. Ma non c'è più la volontà di costruire la città dei neonati. O almeno, non come era stato immaginato 15 anni fa.
I documenti del super ospedale pediatrico sono rimasti in qualche cassetto della Regione sepolti da altre priorità e lì pare debbano rimanere. L'idea non si è mai tradotta in un reale progetto. E quei 40 milioni per costruire «il grande Buzzi»? «Entro ottobre - spiega Alessandro Visconti, direttore degli Istituti clinici di perfezionamento e del Buzzi - dobbiamo presentare il progetto definitivo». E quindi è importante sapere se c'è ancora una vaga idea di realizzare la città dei bambini, altrimenti quei soldi rischiano di andare persi. Dal canto suo il Buzzi - che con i suoi 3.500 parti all'anno è il secondo punto nascita di Milano - ha già un piano alternativo per utilizzare i fondi dell'accordo quadro sull'edilizia sanitaria. In via Castelvetro c'è una palazzina da utilizzare per ampliare posti letto e sale operatorie. «Sto pensando di realizzare un reparto anziché semplici migliorie - racconta Visconti - Abbiamo in mente sei sale operatorie con tecnologie all'avanguardia e attività di diagnosi e cura ad elevata complessità tecnologica. Ma prima di muoverci vorremmo conoscere più chiaramente i progetti futuri sulla sanità dei bambini». Città dei bambini o meno, la gestione dei parti e del post-nascita sarà una delle priorità della riorganizzazione sanitaria dell'assessore alla Sanità Mario Mantovani. Tuttavia il caso della città (fantasma) dei bebé racchiude un pericolo che si proietta anche sul progetto, ben più dibattuto, della città della Salute (Besta più Istituto dei Tumori): i milioni di euro ottenuti dal Ministero della Salute, arrivati nelle casse lombarde o messi a bilancio, rischiano di andare persi perché non si hanno le idee chiare su cosa costruire e cosa no, su cosa serve realmente e cosa no. «Per la città della Salute - fa notare il consigliere regionale Stefano Carugo, referente Sanità per il Pdl - abbiamo messo a bilancio un tesoretto di 330 milioni di euro. Ora è importante decidere e utilizzare quel denaro per il bene e l'interesse dei cittadini. L'eredità lasciata da Roberto Formigoni è buona. Ha ottenuto finanziamenti che adesso rischiano di essere persi e che invece vanno utilizzati nel migliore dei modi».

Dopo la retromarcia sull'area delle ex Falck di Sesto, in Regione si stanno studiando progetti e sedi alternativi per ampliare Besta e Int. Una delle idee allo studio è quella di accorpare l'ospedale neurologico al Niguarda.

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