Solo un sindaco su 15 prende i profughi nel suo Comune

Il fallimento del Ministero. Secondo la Caritas in Lombardia oggi sono appena cento su 1.523

Foto di archivio
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Meno di cento sindaci su 1.523 in tutta Lombardia. Come dire, neanche uno su 15. Pochi, pochissimi i Comuni che aderiscono al Sistema di accoglienza per richiedenti asilo gestito dai Comuni (lo Sprar). Circa la metà dei sindaci, nel Milanese, aderisce ai protocolli prefettizi. E oggi, in Lombardia, dei circa 24mila posti per richiedenti asilo, ben 22mila si trovano nei Centri di accoglienza straordinaria e solo 2mila negli Sprar. Lo ha spiegato il presidente di Confcooperative Lombardia Massimo Minelli, al convegno «Le politiche della Ue in tema di migrazione e asilo». E la Lega ha subito messo il dito nelle piaghe di un sistema d'accoglienza giudicato inefficiente. «Questi numeri - ha detto Paolo Grimoldi, deputato e segretario regionale della Lega - certificano il totale fallimento delle politiche di accoglienza indiscriminata, senza filtri e senza limiti, attuata dai Governi di centrosinistra in questi anni, una politica sonoramente bocciata dai cittadini con il loro voto».

«Basta strumentalizzazioni politiche - aveva ammonito al convegno il direttore di Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti - non ci si dimentichi dei richiedenti asilo che sono stati accolti e che fuori dai centri finiscono per strada senza una reale prospettiva di futuro». I problemi legati all'accoglienza però sono emersi nel corso dell'evento, organizzato da Caritas Ambrosiana con l'Ufficio a Milano della Commissione europea. «Questo sistema non funziona perché non affronta il tema di che cosa fare di quei richiedenti asilo che hanno ricevuto il diniego - ha ammesso Pierfrancesco Majorino, assessore al Sociale del Comune - se da un lato non li rimpatri e dall'altro non ti occupi di loro, produci solo emergenza nell'emergenza».

Gualzetti ha sottolineato che «nell'ultimo anno c'è stata una riduzione del 35% degli sbarchi» e quindi anche un calo delle richieste dei posti da parte delle Prefetture», ma nelle nostre parrocchie ci sono ancora 2.360 persone.

Il capo dell'ufficio milanese dell'Ue Massimo Gaudina ha insistito che si parla troppo dei problemi dell'immigrazione, «mentre è prima di tutto una necessità e poi un'opportunità». E il viceprefetto Francesco Umberto Garsia è tornato ad auspicare «un sistema a più livelli» per un'accoglienza «diffusa equilibrata e sostenibile».

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