Stangata sui centri estivi. Aumenti per le famiglie tra il 3 e il 118 per cento

La giunta vara un sistema di 21 fasce Isee tariffe più alte sopra i 18mila euro di reddito

Stangata sui centri estivi. Aumenti per le famiglie tra il 3 e il 118 per cento

Scatta la stangata sui centri estivi del Comune e per i redditi più alti sarà del 118%. Chi un anno fa pagava circa 89 euro per iscrivere il figlio due settimane dovrà sborsarne 196, più del doppio. Effetto della rivoluzione delle fasce Isee sui servizi comunali annunciata a dicembre dalla giunta Sala e al via (in fase sperimentale per un anno) proprio da case vacanze e campus. Dal prossimo anno - se con la stessa formula o qualche modifica è oggetto di studio - sarà esteso a mense scolastiche, pre e dopo scuola, welfare. La delibera è stata votata ieri, le iscrizioni scattano ad aprile e si potrà procedere per la prima volta anche con il pagamento on line. Stop al sistema dei cinque scaglioni («tra i 12.500 e i 27mila euro c'è un mondo, ma pagavano tutti la stessa quota» sottolinea la vicesindaco Anna Scavuzzo), si passa a 21 fasce Isee tra 0 e 40mila, a intervalli di 2mila euro eccetto quella sotto i 3mila che viene tenuta come soglia di estremo disagio (scompare invece la gratuità automatica sotto i 6.500 euro, tra 3mila e 6.500 scatta una quota di contribuzione). Il quadro della situazione: nel 2016 erano iscritti ai centri estivi 7.449 bimbi delle scuole d'infanzia e 7.258 delle primarie, 4.957 sono andati in una delle case vacanze (Pietra Ligure, Andora, Vacciago, Zambia) per 12 giorni compresi vitto, alloggio e trasporto. Una platea di quasi 20mila bambini. Ad oggi, spiega la Scavuzzo, il rapporto tra introiti dai contributi delle famiglie e costi a carico del Comune è pari all'11% per le colonie e 22 e 32% per i campus. «Stando così la situazione - spiega - nel medio periodo, senza voler fare catastrofismi, rischieremmo un drastico taglio dei servizi, non sarebbe più economicamente sostenibile, le tariffe sono ferme da 15 anni». Da qui la manovra che nelle stime del Comune porterà in cassa 1,3 milioni di euro in più. «Un aumento generalizzato e uguale per tutti delle quote attuali sarebbe stato profondamente iniquo - sostiene -. Con uno scaglionamento molto più raffinato la tariffa si abbassa per le fasce povere e aumenta, ma in maniera progressiva, sopra i 16/18mila euro. I prezzi anche per le fasce più alte restano sotto il mercato privato, per non disincentivare le famiglie».

Qualche esempio? L'Isee somma reddito e 20% del patrimonio, diviso per il coefficiente familiare (ad esempio 2,24 per una coppia con un figlio minorenni o 2,66 se i minori sono due e così via). Prendiamo una famiglia composta da un coniuge professionista e l'altro dipendente part time, con un figlio in età da materna e l'altro alle elementari. Il reddito complessivo è di 75mila euro, hanno casa di proprietà di 250mila euro e 100mila euro di mutuo ancora da pagare. Con un Isee pari a 31.955 euro, per due settimane di centro estivo pagheranno 143 euro per ciascun figlio, nel 2016 avrebbero pagato 171 euro in tutto. Per la casa vacanza passano da 168 a 300 euro a figlio. Per un genitore solo con reddito Isee di 11.299 euro in compenso il centro estivo per un figlio scende da 78,2 a 54 euro e la colonia da 168 a 110 euro. La Scavuzzo avvisa che scatteranno controlli sulle autocertificazioni più stringenti, e chi non è in regola con il pagamento della mensa scolastica non può accedere ai servizi estivi. I bimbi segnalati dai servizi sociali avranno l'accesso gratis. Nel 2016 sui 3.600 iscritti alle colonie, 1.200 erano sotto soglia.

Ora la fascia 3-4mila euro pagherà 15 euro e tra 4-6mila il doppio. «Stangare i milanesi che per necessità scelgono i centri estivi significa aver smarrito il senso della realtà. Si fa cassa sui bambini» contesta il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi.

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