Domani sera il Cocoricò di Riccione «riaprirà». Niente luci, niente dj, niente musica. Ma un dibattito sulla droga a cui parteciperanno centinaia di giovani, di genitori, di rappresentanti del mondo della notte, di dj (tra cui anche Claudio Coccoluto).
Tra gli organizzatori del confronto, c'è anche Giorgia Benusiglio, la ragazza milanese che, quando aveva 17 anni (ora ne ha 33), rischiò di perdere la vita a causa di una pasticca di ecstasy. Lei, capelli mori e sguardo che sprizza voglia di vivere, è al mondo grazie a un trapianto di fegato. Ed ora ha una missione: mettere in guardia i ragazzi più giovani.
«Sono orgogliosa di presentarvi l'evento che darà un inizio al cambiamento - scrive fiduciosa nella sua pagina Facebook - Collaborazione, scambio e dialogo sono le basi delle serata. Faremo prevenzione direttamente dal Cocoricò, all'interno della Piramide. La serata «Accendiamo la musica, spegniamo la droga» è stata organizzata per creare un sano e costruttivo incontro/dibattito con e per i ragazzi, per parlare di droga. Affinché sempre più persone abbiano la corretta informazione. Perché tutti sanno che le sostanze stupefacenti fanno male ma quanti sanno che anche una singola assunzione può ucciderti?».
A lei è capitato di sfiorare la morte per una sola pasticca. Aveva 17 anni quando provò, incosciente. Finì all'ospedale di Niguarda con un'epatite tossico-fulminante. Il suo cuore stava rallentando e si sarebbe fermato in poche ore se Alessandra, una ragazza di 19 anni, non si fosse schiantata in macchina a centinaia di chilometri da lei. C'era una donatrice e i medici tentarono il trapianto, il primo in Italia dopo una diagnosi di quel genere. Giorgia promise a se stessa e a suo padre Mario che se fosse sopravvissuta sarebbe andata di scuola in scuola a fare della sua esperienza una campagna antidroga. Andò bene e quella ragazzina minuta tornò a casa ad affrontare il lunghissimo percorso post-trapianto (che in realtà non finirà mai).
Nel 2007 arrivò l'ora di mantenere la vecchia promessa. La prima scuola fu a Milano e da lì in poi arrivarono richieste per decine e decine di interventi, ovunque. Giorgia sapeva come parlare ai ragazzini, gli insegnanti si accorsero della sua capacità di entrare in sintonia con loro e lei cominciò a capire che forse proprio quello era il futuro che più le corrispondeva.
Nel 2010 scrisse un libro che amplificò l'effetto («Vuoi trasgredire? Non farti!») e lo stesso anno si laureò in Scienze della formazione primaria. Giorgia fa parte di chi è stato fortunato. E ora vuole raccontare la sua storia. Accanto a lei ci saranno anche i rappresentanti della comunità di San Patrignano.
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