È finito in manette il terzo uomo accusato di aver preso parte allo stupro di gruppo avvenuto lo scorso 3 luglio in piazza Napoli. Si tratta di un extracomunitario di nazionalità egiziana a carico del quale sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza. Ad eseguire l'arresto, i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Milano Porta Magenta che hanno dato esecuzione a un'ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale di Milano.
Le indagini sono immediatamente partite dopo lo stupro di quella notte all'interno dei giardini di piazza Napoli (nella foto). La vittima, una quarantunenne di origine brasiliana, «in stato di inferiorità psicofisica» come è stato documentato dalle indagini, era stata aggredita da tre uomini che, dopo averla trascinata dietro una siepe, avevano iniziato ad abusarne sessualmente. Ad accorgersi di quanto stava accadendo, alcuni passanti che avevano immediatamente chiesto l'intervento dei carabinieri che sono giunti tempestivamente sul posto, bloccando e arrestando in flagranza di reato due dei tre uomini, tutti di nazionalità straniera. Gli accertamenti proseguiti per individuare anche il terzo responsabile, hanno permesso di individuare anche il complice che era riuscito a evitare l'arresto. A inchiodarlo i una serie di indizi di colpevolezza a suo carico, raccolti attraverso le immagini delle telecamere di sorveglianza che sono state a lungo passate al setaccio dagli investigatori. A seguire si sono aggiunti i «servizi di osservazione» degli uomini delle forze dell'ordine e l'acquisizione delle dichiarazioni dei testimoni presenti sul posto in quella terribile notte.
Una serie di tasselli dell'intricato puzzle dell'indagine che alla fine hanno portato a effettuare i successivi riconoscimenti fotografici e l'analisi dei tabulati del traffico telefonico che hanno consentito di stringere il cerchio intorno all'uomo che da semplice sospettato è diventato destinatario della misura cautelare.Secondo una prima ricostruzione, dunque, il quarantasettenne egiziano avrebbe aiutato gli altri due aggressori a immobilizzare la vittima e a trascinarla in un punto appartato dove è stata consumata la violenza.
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