Sul tavolo di Berlusconi tutti i nomi della rosa

Salvini e Meloni ad Arcore per parlare di candidati. Ma la scelta per Milano ora è legata al caso-Roma

Sul tavolo di Berlusconi tutti i nomi della rosa

Le primarie nel campo avverso ma anche le implicazioni politiche fra Milano e le altre città chiamate al voto. Sono queste le ragioni che potrebbero indurre i partiti del centrodestra a un supplemento di riflessione nella scelta dei candidati sindaco da schierare alle prossime comunali. Una sinistra dilaniata fra i vari candidati è uno spettacolo irresistibile per il centrodestra. Ma un altro elemento che potrebbe spingere ad aspettare ancora, a Milano, è il valore politico del voto. Fra i casi nazionali, quello di Roma resta il più complesso. Un pezzo importante del centrodestra vedrebbe di buon occhio la candidatura dell'imprenditore Alfio Marchini, già alla guida di una formazione civica. Ma su Marchini permane anche un forte scetticismo, soprattutto a destra, in Fratelli d'Italia. «Vogliamo candidati chiaramente di centrodestra e in grado di vincere» ha spiegato il responsabile enti locali di Fdi Carlo Fidanza. Forza Italia sembra disposta ad accettare il no, a patto che a scendere in campo, poi, sia Giorgia Meloni, leader di Fdi. Comunque, uno stallo sul Campidoglio, o peggio una divisione, determinerebbe possibili ripercussioni anche milanesi. Meloni - ricorda Fidanza - «a determinate condizioni potrebbe decidere di spendersi in prima persona». E lo stesso vale a Milano se Matteo Salvini decidesse di correre». Ma Salvini ha già detto e continua a dire «assolutamente no». Che sia prima necessario conoscere il candidato del centrosinistra, comunque, è idea piuttosto diffusa. Ne è convinto anche Alessandro Sallusti. Il direttore del Giornale è uno dei papabili più forti, anche se - lo ha confermato l'altra sera al teatro Manzoni - non ha ancora sciolto la riserva sul suo possibile impegno. «Per giocare una partita devi sapere contro chi giochi» - ha detto - «dunque è saggio Berlusconi che prima di fare la formazione vuole vedere qual è la squadra avversaria». «Non è ininfluente se giochi contro il Bayern o contro il Chievo», la metafora calcistica. Gli avversari, appunto. Sallusti li boccia entrambi: «Balzani? Una Boldrini di serie B». E Giuseppe Sala? «Un Monti di serie B. Un burocrate senza una bandiera, per cui passa con nonchalance dalla destra alla sinistra». «Un burocrate, bravo immagino - ha aggiunto - inventato dalla Moratti» e che «poi si è fatto nominare in Expo e ora si dice uomo di sinistra». Poi, il dubbio su Expo: «Un bravo manager chiude con 300 milioni di perdite?». Sala favorito alle primarie, ma chi si troverà dall'altra parte? I nomi sono sul tavolo dei leader, Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che si sono incontrati ieri ad Arcore.

Oltre a Sallusti e (con molti dubbi) Salvini, e dopo il no di Ernesto Pellegrini, si parla ancora di Riccardo De Corato e ieri - complice la trasmissione radiofonica «La Zanzara» - è tornata ad aprirsi una finestra sul nome di Paolo Del Debbio, il giornalista citato da mesi tra i papabili.

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