Di «gente tranquilla che lavorava» oggi in via Gluck pare ne siano rimasti pochi esemplari. La strada che racconta «la storia di uno di noi», il ragazzo che sognava l'erba in mezzo alla città, oggi è fatta «di case fatiscenti, occupate per la maggior parte da extracomunitari che non pagano l'affitto. L'abitazione natale di Celentano è ancora più diroccata. Sono salito su quelle scale una volta sola, ma credo che non lo farei più. Mettono paura tanto sono malridotte» racconta Samuele Piscina, consigliere della Zona 2 per la Lega, che pianta una radice per il futuro nel cemento del presente: «perché sottopporre a vincolo architettonico questi edifici che se un giorno potranno essere ristrutturati dovranno valicare un ostacolo burocratico in più?».
La trovata del vincolo viene proprio dal Consiglio di Zona 2, che in «memoria» di Adriano chiede anche l'apposizione di una targa, così recitante: «Nel giorno d'Epifania del 1938, in questa casa una volta in mezzo al verde, è nato «il ragazzo della via Gluck», che ispirò la celebre ballata, vera storia di Adriano Celentano, germoglio della cultura ambientalista ed ecologista».
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