Con un abile gioco di prestigio la giunta arancione riesce a portare al massimo l'aliquota sulla casa, senza destinare tutti i fondi sulle detrazioni e dirottandoli invece per ripianare il buco di bilancio. Un'operazione «non legittima» per l'opposizione a Palazzo Marino. Venerdì la giunta ha approvato la delibera sulla Tasi con il risultato che pagheranno più milanesi e più di prima. Se nel 2012 (l'ultimo con la tradizionale imposta sugli immobili) gli esenti erano 22mila, quest'anno saranno solo 4200, mentre 18mila sborseranno tra i 21 e i 42 euro. Così la fascia che conta il maggior numero di prime abitazioni è quella con rendite catastali tra i 600 e 700 euro per circa 32mila alloggi per i quali proprietari pagheranno 274 euro, 4 in più.
Ma non è finita qui: il Governo ha concesso ai Comuni la facoltà di applicare l'aliquota Tasi tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille e dove spalmarlo, se sulla prima o sulla seconda casa, purché si reperiscano fondi per le detrazioni, dal momento che è sparito il bonus di 200 euro della ex Imu. L'amministrazione non si è lasciata scappare la ghiotta occasione: lo 0,8 per mille è stato tutto caricato sulle seconde case per un contro valore di 75 milioni di euro. La Tasi diventa quindi del 2,5 per mille sulle prime abitazioni e dello 0,8 per seconde case e immobili diversi (che si aggiunge in questo caso all'Imu allo 1,06 per cento).
Peccato che alle detrazioni, calcolate sulla base di un mix tra fascia di reddito e rendita catastale, si siano riservati 40 milioni di euro, o meglio 20. «Venti serviranno per confermare le aliquote Imu scontate che già esistevano - spiega l'assessore al Bilancio Francesca Balzani - altri venti andranno ad alleggerire la Tasi; 35 rimarranno come fondo di garanzia, nell'attesa che il governo trasferisca a Milano i 100 milioni di mancato gettito tra la vecchia imposta e la nuova». Eppure la legge è chiara e parla di entrate derivanti dallo 0,8 da girare tutto sulle detrazioni: «purché siano finanziate, relativamente alle abitazioni principali e alle unità immobiliari ad esse equiparate (...) detrazioni d'imposta o altre misure». «Si usino tutti i 75 milioni ricavati dalla Tasi per le detrazioni, e si riducano le spese prima di aumentare le tasse. L'errore di questa giunta - dichiara il capogruppo di Fi Fabrizio De Pasquale - è spendere prima i soldi e poi modulare le tasse». «La norma fatta dal governo è l'ennesima legge all'italiana - attacca il capogruppo della Lega Alessandro Morelli - fatta per essere interpretata. L'amministrazione interpreti pure, ma almeno rispetti il senso della legge: le risorse ricavate dall'aumento della Tasi servono per ridurre le tasse sulle prime case».
Tasi, il giallo dei 35 milioni «spariti»
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