Quando ha capito che la sua vice questa volta non scherzava affatto, il sindaco si trovava a Palazzo Isimbardi a dirigere il Consiglio metropolitano. É rientrato in tutta fretta in Comune. Giuliano Pisapia ha chiesto a Ada Lucia De Cesaris di rimanere, le ha suggerito di prendersi tre giorni di riposo per sbollire la rabbia, l'ha sentita al telefono anche dopo ma alle 15 il vicesindaco fumantino e «di ferro» ha diramato una nota perentoria: «Ho rassegnato le mie dimissioni da Palazzo Marino - scrive -. È una decisione presa dopo approfondite riflessioni sugli ultimi mesi di lavoro che hanno messo in evidenza difficoltà non più sormontabili nella prosecuzione della mia attività per il venir meno del rapporto di fiducia con una parte della maggioranza in Consiglio». Lo ha ritenuto «opportuno, soprattutto in vista delle importanti scelte che attendono la giunta nell'ultima parte del mandato e che richiedono grande coesione e la massima condivisione politica possibile». La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato due sere fa il pacchetto di condizioni poste da Forza Italia per bloccare l'ostruzionismo al Bilancio 2015. Dentro, un emendamento del consigliere Fi Gianluca Comazzi che chiedeva di destinare 20mila area alla creazione di un'area cani al parco Trapezio, zona Santa Giulia. Tecnicamente impossibile ha subito detto la De Cesaris, scaldandosi e minacciando le dimissioni con i suoi. Ma parte del Pd ha votato. E se tanto mi dà tanto, deve aver concluso De Cesaris, è solo l'inizio di una lunga battaglia a perdere da qui alle Comunali. La crisi è iniziata con la delibera per la regolarizzazione del Leoncavallo, ma la sinistra-sinistra e consiglieri ex civatiani come Carlo Monguzzi hanno promesso battaglia in aula al nuovo stadio del Milan al Portello, che il vicesindaco vorrebbe fosse realizzato, anche per far diventare San Siro una «casa Inter», e passano (o passavano) dal suo tavolo le partite aperte del dopo Expo e degli ex scali ferroviari (l'accordo con Fs è pronto). Colleghi assessori, consiglieri e segretari di Pd e Sel ieri si sono detti tutti «stupiti» e l'hanno invitata a ripensarci. L'emendamento sull'area cani sintetizza il segretario Dem Pietro Bussolati «non è un segno di sfiducia». Preoccupato il sindaco, che intervenendo ieri in aula ha espresso «sorpresa e dolore», l'ha definita una persona «tenace, intelligente e passionaria che crede nella polticia sobria e pulita e che comunque ci sarà vicina anche in futuro perchè ama la città». Ma si augura che «ci ripensi» anche perchè «quando c'erano difficoltà avevo un vice sindaco che mi risolveva i problemi». Ora c'è un mezzo sindaco (Pisapia è dimissionario da marzo), la poltrona di vice vuota e una maggioranza a pezzi. Anita Sonego (Sinistra x Pisapia) che pià di tutti ci ha litigato in questi mesi tenta un mal riuscito appello rivolgendosi alle telecamere del videoconsiglio: «Lucia ripensaci». Difficile. Piuttosto, starebbe pensando a candidarsi alle primarie, supportata dai comitati arancioni che lanciarono Pisapia nel 2011. Sarà per questo che un supporter dell'assessore Majorino, già sceso in campo, come Roberto Cornelli si limita ad esprimere «preoccupazione e si augura senso di responsabilità di chi amministra prevalga sulle difficoltà quotidiane dell'amministrare». I leghisti srotolano in aula lo striscione «Bella ciao». Il capogruppo di Fi Pietro Tatarella chiede al sindaco di «spiegare le vere ragioni, se a 10 mesi dalla fine una persona pulita e onesta si dimette forse c'è sotto qualcosa.
O forse con un voto di sfiducia il Pd ha voluto eliminare un possibile candidato alle primarie? Non si usa l'aula per una resa dei conti interni. Dovrebbe dimettersi il sindaco». La replica di Pisapia: «Vi piacerebbe».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.