Le "terribili ragazze" Bracco all'assalto del titolo europeo

Oggi, nel giorno della finale di Champions a Kiev, la società milanese a Birmingham per l'altro scettro Ue

Le "terribili ragazze" Bracco all'assalto del titolo europeo

Nel giorno della finale di Champions di Kiev, anche l'atletica mette in palio lo scettro europeo. E tra le pretendenti al trono della Coppa Campioni per club c'è un'italiana, o meglio una società medeghina e vincente come la Bracco Atletica.

A Birmingham, nel Regno Unito, la medesima località nella quale ai primi di marzo si sono disputati i mondiali assoluti indoor per intenderci, quelli dove la friulana Alessia Trost ha messo al collo un meraviglioso bronzo nel salto in alto -, le «ragazze terribili» della Bracco, campione d'Italia in carica, tra oggi e domani provano ad insidiare le più forti società del continente. Ma non sarà per nulla facile. Un po' perché la concorrenza sarà agguerrita e un po' perché alcune atlete sono alle prese con infortuni oppure sono in maternità.

«Quest'anno non sarà così facile aggiudicarsi il titolo commenta Franco Angelotti, presidente della Bracco Atletica - Il nostro obiettivo? Arrivare nei primi sei. Dovremo guardarci in particolare da Spagna, Inghilterra e Turchia, che presenta tante atlete naturalizzate. Noi, invece, andremo lì con tante giovani, tra cui otto under 23, che potranno sfruttare questa vetrina per fare esperienza».

Vincitrice del titolo italiano societario nel 2015 e nel 2017, è proprio in quest'ultima stagione che la Bracco si è regalata gioie e trionfi sia tra i «grandi» che nelle categorie giovanili. «A settembre aggiunge Angelotti -, saremo a Castellón, in Spagna, per la Coppa Campioni junior. È la prima volta che una società di atletica italiana presenta una squadra in Europa sia a livello assoluto che junior. Una bella soddisfazione che ci dà una grande motivazione».

Ciò non deve togliere l'attenzione, però, sul problema degli impianti. Sotto la Madonnina, infatti, la carenza di strutture adeguate rende l'attività sportiva un vero e proprio inferno. Perché se è vero che il movimento dell'atletica milanese e lombarda è in salute come dimostra l'exploit del brianzolo Filippo Tortu, mercoledì sceso a 1003 nei 100 metri, secondo crono di sempre alle spalle di Mennea -, mancano però piste all'altezza di una metropoli come Milano: «Non ci sono impianti racconta amareggiato Angelotti -, e c'è solo il XXV aprile». E ancora.

«Si parla di rigare l'Arena, ma non è sufficiente. È inutile pensare a fare progetti fantasmagorici. Se solo si andassero a vedere gli impianti scolastici con sei corsie abbandonati, con poche risorse si potrebbero risolvere e sistemare; è forse la soluzione più praticabile e facile.

Milano è l'unica città che non ha una piscina olimpionica, non ha degli impianti indoor per fare attività al coperto. Ci hanno impiegato sei anni per fare soltanto il rettilineo della XXV aprile...». Già, vien da piangere.

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