Dal traffico ai posteggi sui Navigli riaperti milanesi divisi. Solo mille al dibattito costato 170mila euro

Dal traffico ai posteggi sui Navigli riaperti milanesi divisi. Solo mille al dibattito costato 170mila euro

Sono arrivate 219 mail e, ai cinque incontri organizzati dal Comune, nei quartieri hanno partecipato circa 800 persone. A cui se ne aggiungono altre 2mila negli incontri con le associazioni. Viene in mente il famoso detto «tanta spesa, poca resa». La giunta ha investito 170mila euro per un dibattito pubblico sulla riapertura dei Navigli, che l’opposizione riunita ieri in Commissione Mobilità a Palazzo Marino ha tradotto «in 170 euro a testa per ogni suggerimento raccolto». L’assessore alla Trasparenza Lorenzo Lipparini difende il percorso e sottolinea che con la (...) pubblicazione del post sui canali social sono state raggiunte in realtà oltre 800mila persone e comitati, associazioni sindacali o degli imprenditori (da Assolombarda alla Cgil) hanno prodotto 41 «quaderni degli attori» con proposte tecniche molto puntali. Fatto sta che la Relazione finale del dèbat public presentata ieri prima ai consiglieri e poi al pubblico all'Urban Center non vede un netto schieramento a favore o contro la riapertura dei canali in via Melchiorre Gioia (da Cassina de'Pomm a via Carissimi), Conca dell'Incoronata (da viale Monte Grappa a via Castelfidardo), via Francesco Sforza (da via del Laghetto a corso di Porta Romana), piazza Vetra/via Molino delle Armi (da via Vettabbia a corso di Porta Ticinese) e alla Conca di Viarenna (da via Marco d'Oggiono alla Darsena). Il coordinatore del dibattito Andrea Pillon ha tradotto critiche e proposte in 91 domande al Comune, la giunta e il comitato scientifico cercheranno soluzioni tecniche per rispondere ai quesiti e entro un mese il sindaco Beppe Sala e gli assessori prenderanno una decisione. Se sarà positiva, inseriranno la riapertura dei Navigli nel Bilancio triennale delle Opere pubbliche, anche se i 150 milioni di euro servono a partire dal 2020 (i cantieri non possono aprire prima) e Lipparini insiste: «Chiederemo alla Regione che ha manifestato appoggio all'opera di mettere fondi».

Partiamo dalle critiche. Dalle 53 pagine della Relazione emergono timori per traffico, parcheggi, staticità dei palazzi, costi, manutenzione. In zona Melchiorre Gioia spunta già il «comitato» anti movida e qui tengono banco il rischio imbottigliamenti e taglio dei posteggi. Quasi ovunque vengono chiesti più ponti pedonali (ad esempio in via Stresa e via del Progresso).

Tra i più favorevoli c'è il partito della riapertura totale e non solo parziale, per raggiungere presto l'obiettivo della completa navigabilità e offrire in futuro servizi di trasporto merci e passeggeri via acqua. Molti cittadini chiedono più verde, piste ciclabili intorno alle tratte, c'è chi vede il progetto come l'anticamera di un centro chiuso alle auto e spinge per aumentare il costo di Area C, chi chiede navette per coprire la linea 94 a rischio. Ancora: c'è chi auspica «una vera spiaggia in città» modello di Parigi o aree per la pesca sportiva. E chi pensa alla tutela della colonia felina presente da anni all'Incoronata. Centrodestra, M5S e Basilio Rizzo di Milano in Comune mettono l'accento soprattutto su costi e scarsa partecipazione, tanto che i grillini lanciare un vero referendum (anche se Lipparini ricorda che nel 2011 il quesito ottenne già il 94% dei sì). Per il capogruppo Fi Fabrizio De Pasquale «l'opera andrà incontro a ricorsi, meglio concentrarsi sulle vasche anti piene del Seveso e colmare prima altre priorità». L'azzurro De Chirico aggiunge: «Fatichiamo a mantenere pulita la Darsena, quando costerà la manutenzione?». Critiche anche ai moderatori «poco obiettivi» ai tavoli. E Gianluca Corrado (M5S) chiede di usare i 150 milioni «per e case popolari e scuole». Sala boccia un nuovo referendum («lo facciano loro se vogliono»). E sulla scarsa partecipazione al dibattito ribatte che «è un'opinione, tra presenze e attenzione on line i numeri non sono così negativi. Poi meglio una partecipazione inferiore ma convinta piuttosto che mettere una x. Ora bisogna tirare e le somme e decidere, si è capito che i milanesi sono fondamentalmente favorevoli. Ci stanno le lamentele sui parcheggi e le osservazioni su come si procede dopo la prima parte.

Per me bisogna avere una visione di lungo termine, di completamento dell'opera. Spezziamo in due fasi perchè sui 5 tratti ci sentiamo più tranquilli sui fondi. Se dovessimo aspettare la progettazione totale servirebbe più tempo. E nel progetto globale la navigabilità va prevista».

Chiara Campo

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