Terzo rogo nel giro di dieci giorni all'ospedale di Busto Arsizio. Sabato sera, ad andare a fuoco, sono stati due carrelli elettrici utilizzati dagli addetti alla mensa per trasportare i pasti. L'incendio è avvenuto nei pressi del pronto soccorso e non ha causato grossi danni alle strutture e tanto meno alle persone: la maggior parte dei degenti non si è nemmeno accorta di quel che stava accadendo e nessuno è stato fatto evacuare. Tuttavia, a questo punto, la preoccupazione cresce non tanto per il singolo fatto quanto per la frequenza con la quale episodi simili si stanno susseguendo.
Il primo «agguato» del piromane all'ospedale di Busto, il più consistente dei tre, c'era stato intorno alle 23 del 31 gennaio, nel reparto di nefrologia. Le fiamme allora avevano avuto origine da un cassonetto per la raccolta di rifiuti ospedalieri. Il servizio di sicurezza dell'ospedale aveva effettuato un primo intervento, cercando di contenere le fiamme, ma il fumo sprigionato dall'incendio aveva invaso il reparto, costringendo medici e personale sanitario a richiedere, poco prima di mezzanotte, anche l'intervento dei pompieri, arrivati sul posto con due squadre. I vigili del fuoco avevano dovuto usare uno speciale ventilatore per liberare le stanze e i corridoi dal fumo, ma fortunatamente non era stato necessario evacuare completamente il reparto.
Poi era stata la volta di domenica 3 febbraio. Quando un paziente del padiglione Pozzi aveva notato all'esterno dello stabile del fumo salire verso i piani alti, era scattato l'allarme ed erano arrivati i vigili del fuoco. Qualcuno aveva appiccato fuoco alle tapparelle parasole del piano terra che dà su viale Stelvio. Veloce l'intervento dei pompieri che, giunti sul posto con due mezzi, avevano spento in fretta le fiamme. Quindi l'ultimo rogo, quello di sabato 9, l'altroieri.
«Dopo il secondo rogo doloso pensammo a un gesto di ripicca per il nuovo servizio di vigilanza che era stato rinforzato da poco - spiega un'infermiera -. Ma ora credo che la direzione sanitaria sia convinta che si tratti di qualcosa di più complesso». So che è stata allertata la prefettura.
Tra le ipotesi avanzate da chi frequenta l'ospedale c'è quella di una vendetta dopo alcuni blitz effettuati dalla polizia. Che, di recente, aveva fatto allontanare ben undici abusivi trovati a dormire nei corridoi del nosocomio di piazza professor Solaro.
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