Uber alla festa dell'Unità: tassisti pronti a contestare

Il dibattito solo con il capo dell'azienda concorrente non piace alle auto bianche Gli autisti: «La pazienza ha un limite». Bussolati (Pd): «Confronto ormai superato»

Uber alla festa dell'Unità: tassisti pronti a contestare

Si preannuncia un incontro ad alta tensione quello di questa sera alla Festa Democratica. Possibili protagonisti della serata bollente al Carroponte i tassisti milanesi, che non sono stati invitati al dibattito dal titolo «Sharing mobility. La mobilità del futuro» cui parteciperanno Bruno Rota presidente ATM, Benedetta Arese Lucini general manager Uber Italia, la società californiana che fornisce un servizio di para taxi grazie a un'app, Matteo Mauri deputato e Massimo D'Avolio consigliere regionale.

All'indomani della messa al bando in Germania del servizio, dichiarato illegale nella sua versione «pop» dal sindaco Giuliano Pisapia e dal ministro per i Trasporti Maurizio Lupi nel vertice in Prefettura di maggio, e dell'incontro di ieri a Roma che si è concluso con l'ennesimo rinvio dello schema di decreti attuativi per l'applicazione di quanto previsto dalla Legge Quadro 21/92, i tassisti tornano sul piede di guerra. «Siamo in stato di agitazione e siamo arrabbiati - spiega un rappresentante del Gazebo in Centrale - . La pazienza ha un limite soprattutto verso un'azienda che non dovrebbe operare in Italia visto che non rispetta la legge. La tensione tra la base c'è, noi cerchiamo di contenerla ma non è detto che non succeda nulla». Questo il clima che si respira tra le circa 5000 auto bianche della nostra città. Il tam tam in vista del dibattito in casa Pd è partito sui social network, impossibile dire chi varcherà la soglia del Carroponte per protestare (come già fatto sulla pagina facebook della kermesse), ma a giudicare dall'allerta della Questura e dai toni del comunicato sindacale è probabile che si riuniranno in molti. Ieri la Cgil invitava la categoria «alla massima mobilitazione: l'ulteriore rinvio da parte dei rappresentanti del Governo di quanto dovuto e richiesto dalla stessa Legge Quadro è un atto gravissimo perchè rivela, di fatto, la volontà di non fare affermare giustizia e legalità nel settore del trasporto pubblico non di linea (taxi e NCC)».

E se la speranza è che non si ripeta il copione che andò in scena alla festa di Wired , dove gli scontri e i toni dei manifestanti fecero cancellare il dibattito cui era stata invitata la Lucini per trascinarsi in tre giorni di sciopero selvaggio, le parole dei tassisti non lasciano presagire nulla di buono: «niente fumogeni o petardi, ma poi ognuno ha la sua testa...». Le forze dell'ordine si preparano a fronteggiare gli eventuali scontri, e stanno mettendo a punto un piano di allerta.

Il vicepresidente del consiglio comunale Riccardo de Corato attacca i compagni - «Il messaggio del centrosinistra è chiaro: a Milano gli Arancioni aprono al servizio dichiarato illegale già in molti paesi e che da noi sta stritolando i lavoratori delle auto bianche e gli onesti Ncc» - mentre il segretario metropolitano del Pd Pietro Bussolati difende la scelta: «Non ci interessa un dibattito tra i tassisti e Uber, che si è già svolto ampiamente su giornali, ma mettere a confronto la più importante municipalizzata dell'area metropolitana, Atm, con l'esperienza di

un'azienda che offre una mobilità diversa. Non ci interessa se Uber pop è illegale, a noi interessa un altro dibattito. I tassisti potranno intervenire dal pubblico ma se parleranno della concorrenza di Uber saranno fuori tema».

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