È una sorta di «quattro cantoni», la polizia sgombera un edificio e gli «okkupanti» ne prendono un altro nel giro di un paio di giorni. Così allo sfratto realizzato giovedì mattina in via Neera, le 16 famiglie allontanate, guidate dai «Pisapia's boys» del Centro sociale «Cantiere» hanno risposto invadendo il Mazzini di via Comacchio. Sempre di proprietà dell'Aler che ora però lancia un disperato grido di aiuto alle istituzione «Non ne possiamo più, proteggeteci dagli antagonisti, anche perché con le loro occupazioni ci impediscono di risanare gli alloggi».
L'ultima vicenda ha come prologo l'intervento in via Neera 7 allo Stadera, un complesso di edilizia pubblica da tempo al centro un progetto di riqualificazione dell'intero quartiere. Poco più di un anno fa era stato concluso il trasloco per liberare completamente i 70 alloggi dai vecchi inquilini e poi iniziare gli interventi di risanamento. L'impresa incaricata dei lavori non aveva fatto in tempo a montare le impalcature che già iniziavano a entrare i primi abusivi, quasi tutti sudamericani per le prevalenza peruviani, grazie all'interessamento del «Cantiere». In breve presero possesso dello stabile una ventina di famiglie, salite subito a 34 appena si sparse la voce che il Comune, per permettere la prosecuzione dei lavori, avrebbe preso in carico i nuclei «meritevoli di tutela sociale».
Giovedì è scattato l'intervento: non solo poliziotti in tenuta antisommossa ma anche assistenti sociali, protezione civile, City Angels. Un'operazione che ha più volte rischiato di degenerare per l'intransigenza dei «cantierini», l'anno scorso tra i principali sostenitori della campagna elettorale di Giuliano Pisapia, che non volevano mollare l'osso. Lasciare a Palazzo Marino la gestione degli occupanti avrebbe significato la perdita di controllo su questi disperati. Quindi solito corollario di urla, spinte, barricate con i cassonetti, bimbi agitati come clave contro le forze dell'ordine.
Alla fine sulle 18 famiglie rimaste, qualcuna veniva presa in carico dall'amministrazione comunale, le altre si allontanavano con le masserizie in spalla. Per ricomparire un paio di giorni dopo a un chilometro di distanza al quartiere Mazzini. Ieri all'alba sempre guidati da una trentina di giovani disobbedienti, hanno fatto irruzione in via Comacchio. Si tratta di un altro stabile Aler destinato a un intervento di ristrutturazione che dovrebbe iniziare a settembre. Per questo gli inquilini dei circa 80 alloggi, divisi in quattro scale, erano stati quasi tutti allontanati, rimanevano solo un paio di famiglie. Con i «disobba» sono entrati 16 nuclei di sudamericani, cinquanta persone in tutto, che hanno preso possesso di un paio di scale per 40 appartamenti.
L'Aler ha presentato denuncia in questura «poiché questa occupazione, oltre ad essere un uso illecito degli spazi pubblici, pregiudica importanti lavori di riqualificazione, creando un danno alla città e ai suoi abitanti». L'azienda poi lancia un appello «alle Istituzioni e a tutte le forze sociali affinché sostengano questo difficile lavoro, messo a dura prova dalle prevaricazioni dei centri sociali».
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