Vasche per arginare le piene Maran naufraga nel Seveso

Vasche per arginare le piene Maran naufraga nel Seveso

Bocciatura bipartisan dal Comune per il piano di metropolitana milanese di contenimento delle esondazioni del Seveso. Il problema? Non ci sono progetti alternativi. Ieri durante la commissione Ambiente convocata per illustrare il piano di fattibilità, commissionato da Regione Lombardia a MM dopo la terribile esondazione del 18 settembre 2010 e presentato a Palazzo Marino lo scorso luglio, maggioranza e opposizione hanno bocciato la soluzione delle due vasche di laminazione (di contenimento delle acque) nel Parco Nord. Una proposta giudicata «inaccettabile» dall’allora assessore all’Urbanistica Carlo Masseroli, bocciata ieri appunto dal presidente della commissione Ambiente Carlo Monguzzi e dall’assessore all’Ambiente Pierfrancesco Maran. «Fare una fogna a cielo aperto nel parco Nord è un’idea inaccettabile - attacca il capogruppo del Pdl Carlo Masseroli -. Mi stupisco che dopo un anno la giunta riproponga un progetto già giudicato inaccettabile dalla passata amministrazione».
«Siamo ad aprile - fanno notare alcuni consiglieri del Pd - l’assessore Maran ha ricevuto il piano a luglio, e cosa ha fatto in questi dieci mesi? Nulla». Su tutte le furie anche i residenti di Niguarda, Fulvio Testi, Zara e Isola, i quartieri vittime delle acque e dei fanghi maleodoranti del Seveso, riuniti nel Comitato Stop Esonda Seveso. «Il Seveso è il fiume più inquinato d’Italia e produce miasmi terrificanti - sbotta Pierluigi Angioni, coordinatore del Comitato - impossibile quindi pensare a vasche di laminazione per risolvere il problema delle esondazioni, se non in maniera transitoria, ma non si pensi che questo possa essere il progetto definitivo. Bisogna al contrario purificare le acque del Seveso in modo che possa tornare a confluire nel Lambro. Per questo è quanto mai necessario portare a termine i contratti di fiume». Così il comitato dei residenti, dopo quel terribile 18 settembre, ha raccolto 5300 firme a sostegno della petizione in cui chiedevano a Regione, Provincia e Comuni di prendere «interventi strutturali urgenti, utili a contenere il livello delle piene e la realizzazione di un sistema efficace di monitoraggio e preannuncio delle piene con la conseguente definizione di un protocollo di interventi emergenziali».
L’unico aspetto su cui tutti concordano - tecnici di MM, rappresentanti di maggioranza e opposizione - l’importanza strategica e fondamentale delle vasche di laminazione a monte di Milano, nel comune di Senago, Lentate sul Seveso, Varedo e Paderno Dugnano. «La vasca di Senago - spiega l’assessore Maran - su cui al momento esistono tre diverse ipotesi di localizzazione, risolverebbe il 90% delle esondazioni.

Essendo consapevoli del disagio che creerà ai cittadini di Senago il dover ospitare una vasca per risolvere un problema che si verifica a Milano, vogliamo fare la nostra parte, sia dal punto di vista economico - abbiamo accantonato nel piano triennale delle opere 30 milioni di euro per questo - così ospiteremo sul nostre territorio una vasca, ma non nel parco Nord. Regione e Provincia prendano in mano la situazione, ripartiscano gli oneri tra i Comuni e affrontino il problema con Senago».

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