Vigili in ferie forzate, assenti nel momento della massima difficoltà della città. La scelta di una nuova organizzazione provoca disagio anche dentro il corpo dei «ghisa» milanesi, ed è il presidente dell'Associazione Polizia locale di Milano, Gianfranco Peletti, a farsene portavoce, scrivendo al comandante Marco Ciacci: «Sappiamo benissimo - dice Peletti - che anche lei che è il nostro Comandante esegue ordini e disposizioni che le arrivano dall'alto e siamo solidali con lei e proprio per questo che le manifestiamo il nostro malessere di sentirci come dei traditori nei confronti della popolazione, dei colleghi delle forze di polizia, del personale sanitario e di tutti coloro che continuano a fare il loro dovere come è giusto che sia». «Non vogliamo entrare nel merito delle scelte effettuate - prosegue - ma semplicemente esprimerle il nostro disagio e vergogna per essere assenti nel momento del bisogno e mi creda che è veramente pesante sopportare questo per chi ha sempre fatto il proprio dovere con abnegazione, spirito di sacrificio e spesso rischiando la vita».
Peletti precisa che scrive al comandante «a titolo personale e per conto dei colleghi a riposo», «dopo avere letto la lettera che ha inviato al personale in servizio, in riferimento a articoli pubblicati che denigrano il nostro corpo. Conosciamo e abbiamo letto anche alcune delle lettere che le hanno scritto a titolo personale colleghi che non sono stati d'accordo con le disposizioni impartite e abbiamo pensato fosse utile farle pervenire anche il nostro pensiero in merito alle scelte fatte dall'Amministrazione in questi tragici frangenti per la nostra città».
«Il nostro motto - ricorda - Nobis Urbem Commendant che tradotto in italiano significa A noi è affidata la città, nonché le qualifiche attribuite e la qualità di Agente di Pubblica sicurezza attribuita con Decreto prefettizio fanno chiaramente capire che quando si è deciso di intraprendere questo lavoro si è fatta una scelta».
«Non voglio entrare nella retorica, perché è ovvio che in questi quasi 160 anni di storia del Corpo i servizi svolti dal nostro Corpo per la nostra città hanno attraversato guerre, carestie, dittatura, terrorismo, criminalità organizzata ecc. ecc. sempre con un ruolo da protagonisti e professionisti che hanno scelto di dedicare la loro vita (e conseguentemente quella delle loro famiglie) al servizio della città e dei cittadini».
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