Vigile insulta la Kyenge? È di sinistra: «Perdonato»

Non è un leghista e neanche un fascista, ma un simpatizzante del Partito democratico il vigile urbano che due giorni fa è finito nella bufera per avere pubblicato un commento decisamente razzista sul ministro per l'integrazione Cecile Kyenge. La battutaccia («primate scroccona») che ha scandalizzato Milano è venuta fuori, chissà come mai, ad un «ghisa» che i suoi strali di solito li riserva a Berlusconi & company. Anche per questo, forse, tutto sembra destinato a risolversi bonariamente. Il vigile ha chiesto pubblicamente scusa alla ministra. E l'assessore alla sicurezza Marco Granelli gli ha altrettanto pubblicamente promesso indulgenza. «Ringrazio l'agente Platania per le scuse, mi sembrano un gesto opportuno che penso possano chiudere la questione», ha dichiarato Granelli.
In realtà, all'interno della polizia locale si dice che un provvedimento disciplinare nei confronti di Fulvio Platania sia inevitabile: il regolamento della Polizia locale stabilisce che «gli appartenenti al Corpo è fatto divieto di assumere, anche fuori servizio, comportamenti od atteggiamenti che arrechino pregiudizio al decoro del Corpo». Ma la commissione chiamata a giudicare la pesante boutade del vigile non potrà non tenere conto del messaggio pacificatore dell'assessore.

D'altronde nel dibattito in corso in queste ore sui social media ci sono diversi colleghi che difendono Platania, considerando il suo post una leggerezza ma ricordando che si trattava di una opinione personale: «Capisco tutto, ma che noi si sia gli unici che non hanno diritto ad una libera opinione mi sembra davvero grossa», dice un vigile. E c'è anche chi si spinge più in là rivendicando il diritto a «essere governato da italiani veri, non da deputati di origine marocchine o keniane».

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