"Dal voto in consiglio alla prefettura: i trucchi della giunta per non decidere"

Il centrodestra svela il piano di Pisapia

Il portavoce del Coordinamento delle associazioni islamiche Davide Piccardo e altri esponenti del Caim fanno il segno della vittoria e definiscono quella di ieri una «giornata storica». Ma tra l'assegnazione provvisoria di aree pubbliche (via Esterle e via Sant'Elia) e il primo mattone, c'è di mezzo un mare. Il primo paletto lo ha ricordato subito l'assessore al Territorio della Regione Viviana Beccalossi: «La giunta Pisapia non dimentichi che in Lombardia è pienamente in vigore una legge che regola la realizzazione di nuovi luoghi di culto, regole che è necessario seguire per non incorrere nell'illegittimità di eventuali nuovi atti amministrativi». E dal momento che questa legge è stata battezzata anti-moschee, i vincoli urbanistici sono tanti e tali che se supererà i ricorsi (è stata impugnata dal governo) il bando sarà tutto da rifare. Il secondo paletto è una barricata che al confronto, avverte il consigliere Fdi Riccardo De Corato, quella contro la regolarizzazione del Leoncavallo sarà stata «una cosa da principianti». A pochi giorni dalla graduatoria il Comune ha fatto sapere che destinare la aree a luoghi di culto occorre un passaggio in Consiglio comunale. É «una vittoria del centrodestra» ricorda il capogruppo di Forza Italia Pietro Tatarella che l'opposizione aveva chiesto «un passaggio in aula per la modifica della destinazione d'uso. L'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino e l'allora vicesindaco Lucia De Cesaris ci avevano detto che non era necessario, oggi invece Majorino sui suoi passi. Meglio tardi che mai. Fì sarà in prima linea nella battaglia». «La delibera non passerà mai» si unisce De Corato, che presenterà anche due esposti alla magistratura.

E questo passaggio in Consiglio è (forse) l'ennesimo escamotage della giunta per allungare i termini, in attesa della famosa sentenza sulla legge regionale. Sa di aver fatto il passo oltre la gamba: se il parere sarà negativo, rischierebbe di assegnare le aree e subire i ricorsi degli aggiudicatari. Se nel frattempo iniziassero pure i lavori sarebbe un pasticcio. E la paura di andare avanti si legge nel terzo paletto posto all'assegnazione definitiva: i dossier dovranno essere esaminati anche dalla prefettura, dovrà fare controlli sulle sigle che hanno vinto provvisoriamente le aree e la provenienza dei capitali. Il capogruppo di Sel attacca: «Il centrodestra vorrebbe riportare la città al Medioevo, noi andiamo avanti senza paura sulle questioni di libertà e diritti». Sarà, sta avanzando più se e ma al percorso di assegnazione la giunta arancione, inventandosi cavilli. Il bando è stato lanciato a fine dicembre, sono passati più di sette mesi per arrivare ad un'assegnazione che non è ancora definitiva.

«Majorino ha trasformato in una farsa ul suo stesso bando - sottolinea non a caso il consigliere del Polo dei milanesi, Matteo Forte -.

Si è reso conto degli interlocutori imbarazzanti che ha legittimato per quattro anni e corre ai ripari con una miriade di passaggi che non erano stati comunicati prima nella speranza di rinviare tutta al prossimo mandato. O scaricare sul prefetto la responsabilità della scelta».

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