Cronaca locale

"A Zelig come a teatro. Voglio far ridere, ma con intelligenza"

Vanessa Incontrada al teatro Manzoni di Milano nello spettacolo "Scusa sono in riunione... ti posso richiamare?", al fianco di Gabriele Pignotta: "È la commedia di una donna egocentrica"

"A Zelig come a teatro. Voglio far ridere, ma con intelligenza"

«È la terza volta che io e Vanessa Incontrada lavoriamo insieme: due in teatro, una al cinema»: a dirlo è l'autore, attore, regista romano Gabriele Pignotta, e la sensazione è che non ci si fermerà qui. Vanessa Incontrada è, a tutti gli effetti, l'attrice prediletta di questo specialista in commedie leggere sì, ma con le antenne ben dritte sul contemporaneo. «Il divertimento da solo non basta, spiega Pignotta la storia conquista se il messaggio contenuto non è banale». Appunto, la storia: in Scusa sono in riunione... ti posso richiamare?, al Teatro Manzoni dal 10 dicembre al 2 gennaio (feriali ore 20.45, domenica ore 15.30, biglietto 40-27 euro) un gruppo di ex compagni d'università si ritrova dopo quindici anni. La situazione di rendez vous si trasformerà in qualcosa di totalmente imprevisto: un colpo di scena riservato solo agli spettatori accomodati in sala. Insomma, siamo dalle parti di un Grande Freddo - il cult movie anni Ottanta di Lawrence Kasdan - con «grande» sorpresa. Un testo, questo di Pinotta, che ha conquistato Vanessa Incontrada, come spiega lei stessa.

Qual è il segreto di questa commedia?

«La scrittura, un intreccio da sliding doors perfetto, infine la sua coralità: non c'è un vero protagonista. Questo è un marchio di fabbrica di Pignotta, lui punta sempre sul gioco di disvelamenti tra i vari personaggi. In fondo la vita è così, siamo tutti protagonisti».

Non sono molte le dive disposte a entrare nel gruppo.

«Se mi sentissi una diva, ma non mi sento tale. Anzi, per lavorare bene devo sentire che c'è una squadra: quando tutti puntano verso una mèta, senza stupide rivalità. Nella compagnia creata da Pignotta, con attori come Fabio Avaro, Siddhartha Prestinari e Nick Nicolosi, si respira esattamente un'aria di collaborazione».

Quella che si è sempre sentita a Zelig: reduce da quel successo in tv, torna in teatro.

«Ci resto, in realtà. Anche Zelig era teatro, ed è quella la forza di quel programma. Non ci sono tempi televisivi, e la gente è lì sotto. Applaude solo se si diverte».

Il pubblico teatrale post-lockdown ha sete di commedia e cabaret?

«Penso proprio di sì. A Zelig, dopo dodici anni, abbiamo dimostrato che la formula restava vincente e, pure, che la gente era assetata di risate».

Chi è Alice, il suo personaggio nella piéce?

«Una donna concentrata su sé stessa, che ha avuto diverse relazioni, pensa alla carriera e ha perso il senso dell'innamoramento, non ci pensa proprio più. Diciamo che teme l'amore».

Dopo Zelig agli Arcimboldi, questa commedia al Manzoni fino al 2 gennaio: in città si sente a casa?

«Esattamente.

Ho vissuto a Milano per diversi anni, ho una casa qui, non potrei stare meglio».

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