MadridLe elezioni sbaragliano i Kirchner, e lanciano «el colorado». Lo aveva detto nel 2001, quando era solo un imprenditore alle prese con le prime ambizioni politiche: «I serpenti sono molto affascinanti perché raggiungono sempre quello che si propongono». Già allora, Francisco de Narváez, classe 1953, l'ideogramma del serpente d'acqua se l'era fatto tatuare sul collo. Domenica notte, quando ha battuto alle legislative il comandante in capo del peronismo argentino, Néstor Kirchner, ha dimostrato che possiede quelle doti.
Francisco de Narváez, alias «el colorado» per il colore giallognolo dei suoi capelli, ha sconfitto nella provincia di Buenos Aires l'ex presidente con il 34.5% dei voti contro il 32.1%. Il margine di poco più del 2% gli ha consegnato una vittoria storica: l'anello attorno alla capitale era stato fino ad ora un bastione della corrente kirchnerista. Lo stile disinvolto sembra averlo aiutato.
El colorado, nato in Colombia e nazionalizzato argentino nell'83, girava per le zone operaie con il suo Suv da 70mila dollari, senza nascondere una fortuna personale che annovera la proprietà di tv, radio, e giornali. Narváez, peronista della corrente dissidente di destra, si è alleato con il partito liberista di Mauricio Macri, sindaco di Buenos Aires ed uno dei più forti candidati presidenziali per il 2011 non appartenenti al peronismo, ed ha raccolto tutto il malessere accumulato contro la famiglia Kirchner, al potere dal 2003. Non è stato l'unico.
Oltre alla provincia di Buenos Aires, i Kirchner hanno perso in tutte le circoscrizioni chiave: Cordova, Santa Fe, Mendoza ed anche Santa Cruz. Una vera débâcle per l'ex presidente che aveva chiesto agli argentini di votare come se si trattasse di un plebiscito. La sconfitta, con il 96% dei voti scrutinati, sottrae al governo 22 seggi alla Camera e 4 al Senato, e lo obbliga a cercare quegli accordi politici che ha sempre rifuggito in questi cinque anni di potere.
Gli argentini, che avevano eletto Cristina Kirchner (nel tondo) solo 19 mesi fa, sembrano stanchi di un modo di concepire il potere personalistico e reticente agli accordi, come ha dimostrato essere quello di Néstor. Proprio l'ex presidente aveva designato nel 2007 la moglie come suo successore senza consultare nessuno. Poi, dall'ombra, ha continuato a muovere i fili del potere argentino in modo autoritario, secondo le analisi dei maggiori quotidiani.
Ieri sera Kirchner ha riconosciuto la sconfitta ed ha presentato le dimissioni da capo del Partito Giustizialista (Pj, peronismo) chiedendo al governatore della provincia di Buenos Aires Daniel Scioli di «accettare la sfida di portare avanti il partito». Narváez parte così rafforzato per la lotta intestina che si apre all'interno del peronismo per le elezioni del 2011.
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