Pier Augusto Stagi
Corridore istintivo Gilberto Simoni, che non ha mai amato tanti ragionamenti. In corsa è certamente generoso, fuori pure troppo. La vicenda giudiziaria che lo vede parte lesa e che si sta giocando tra carte bollate di un palazzo di giustizia è ben poco edificante e soprattutto ha ben poco di sportivo. In gioco ci sono soldi e ancora soldi: 600mila euro, per la precisione. Protagonisti, oltre al corridore trentino, due uomini in quegli anni di sua fiducia. Questi si sarebbero presi i primi grossi guadagni di Gilberto Simoni. Il pm Alessandra Liverani ha notificato nei giorni scorsi il deposito degli atti e la chiusura delle indagini a Luigino Mores, 64 anni di Arsiè (Belluno) e a Luigi Carnio, 62 anni di Valdobbiadene (Treviso).
Si trattava dei soldi incassati dal campione di Palù di Giovo come sfruttamento della propria immagine per il 2000 e il 2001. Il corridore trentino si era rivolto a Mores per incassare i proventi della propria attività all'estero, lontano dal fisco italiano. Per questo è stato costruito un complesso sistema di società fiduciarie con sede a Madeira, una sorta di porto franco portoghese. Nei giorni scorsi la Procura di Trento ha chiuso l'inchiesta scaturita dalla denuncia di Simoni. Secondo l'accusa, Mores si sarebbe intascato i soldi versati sui conti della Cristal Waters. Secondo la Procura il faccendiere trasferiva i soldi dal conto di questa società a quello della sua Blanco Nero, nella stessa banca di Matrei. Poi Mores avrebbe prelevato i soldi in contanti.
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