Minacce di morte al professore: aveva interrotto il comizio anti Cav

Insultato e destinatario di minacce, gravissime, che hanno preso di mira anche la sua famiglia. Quanto capitato a Fabrizio Maria Tropiano, da 18 anni professore presso il liceo Caravillani di Roma, è un esempio perfetto dell’aria di violenza che da tempo si respira nelle scuole italiane, un clima d’odio esploso in tutta la sua gravità il 14 dicembre, durante gli scontri nella capitale.
Lo scorso 22 novembre il Caravillani è teatro di un’autogestione. A parlare ai ragazzi si presenta Giuliano Giuliani, il padre di Carlo, il ragazzo morto durante il G8 del 2001 a Genova. «Il signor Giuliani - dichiara Tropiano - ha proiettato un filmato intitolato La Trappola, nel quale è fornita una rappresentazione del G8 assolutamente di parte, tendente a dimostrare una responsabilità delle forze dell’ordine e del governo Berlusconi per aver premeditatamente favorito gli incidenti». Il giorno dopo tiene banco l’ex eurodeputato di Rifondazione comunista Giulietto Chiesa, che si esibisce in un monologo «in cui criticava - denuncia Tropiano - il premier Berlusconi, sostenendo la natura non democratica del governo». A questo punto Tropiano, presente al comizio, interviene e chiede a Chiesa di spiegare meglio un concetto così assurdo. E Chiesa ribadisce le accuse, aggiungendo che secondo lui l’unico politico onesto dell’Italia di oggi è Beppe Grillo. Il comizio finalmente finisce, tra le proteste di Tropiano, ormai etichettato dai più facinorosi degli alunni come «nemico». Tre giorni dopo l’autogestione si trasforma in occupazione: per cinque giorni l’istituto è in mano agli studenti.

Quando rientra a scuola Tropiano trova, affissi sulla bacheca sindacale, dei messaggi di morte a lui indirizzati. «Te sparamo. C’hai figli vero?». Non solo. Alcuni vandali hanno danneggiato gravemente la sua motocicletta, parcheggiata nel cortile dell’istituto. Tropiano ha sporto denuncia.

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