È decisamente un'estate calda per il Principato di Seborga e non si allude certo alle condizioni climatiche ma al clima di veleni e polemiche tra SAS Marcello I (alias dell'industriale italo-svizzero Marcello Menegatto) e alcuni ex cavalieri e ministri della «real casa». Tutto è iniziato il 4 luglio scorso, quando con un editto ad hoc, il Principe Marcello I ha privato della «cittadinanza» alcuni appartenenti al V.E.O.S.P.S.S. (Venerabilis Equester Ordo Sacri Principatus Sancti Sepulchri) ed ex ministri del fantomatico principato. Queste undici persone, sarebbero colpevoli di aver leso in più occasioni la sovranità di Marcello I, «liberamente eletto dal popolo», di essersi illegittimamente appropriati del V.E.O.S.P.S.S. e di averlo attaccato in maniera volgare in più occasioni. Eppure nel maggio scorso, durante i festeggiamenti per il primo anno di regno di Marcello I, i Cavalieri Bianchi avevano attivamente partecipato alla cerimonia e investito del rango di Gran priore lo stesso Menegatto. L'unica assenza fu quella del parroco, don Marco Gasciarino che preferì non partecipare a questa cerimonia, dal sapore poco «cristiano» per i suoi gusti...
Fra Walter Barbero, Gran Priore dei Cavalieri Bianchi, nonchè uno degli epurati eccellenti da SAS Marcello I, ha affermato: «La consorteria Menegatto & Co ci ha accusato di un reato che sicuramente non è mai stato commesso da noi, ma che forse non è del tutto estraneo alla loro condotta. Su che base legislativa e normativa Menegatto e Romano si definiscono rispettivamente Gran Priore e Vice Gran Priore?». Il Venerabilis Equester Ordo Sacri Principatus Sancti Sepulchri è un Ordine di derivazione cistercense di tipo oblato, registrato, in ossequio alle leggi italiane, in forma di Associazione senza scopo di lucro in Tribunale con atto pubblico, legittimo discendente della Paupera Militia Christi. L'Ordine è registrato presso la Commissione Europea nel Registro dei Rappresentanti di Interessi, è iscritto all'Anagrafe Nazionale delle Ricerche del Miur (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca) e Membro della Biblioteca Apostolica Vaticana. E aggiunge: «Dov'era Menegatto ed i suoi adepti quando c'era il principe Giorgio? Menegatto è cosi vicino al Principato di Seborga ed è cosi vicino alle sue vicende da così tanto tempo che la sua carta d'identità, la n.143, è datata 22 settembre 2009, praticamente neanche da due anni, due soli mesi prima della scomparsa del Fra Giorgio Carbone. Certo, nella loro aia razzola il buon Romano (Vice Gran Priore dell'Ordine ndr), già espulso dall'ordine (prima ancora autosospesosi), candidato trombato alle elezioni a Principe di Seborga».
Insomma nel fantomatico principato alle spalle di Bordighera, i rapporti sono tesi e al centro della «crisi politica» ci sarebbe una lotta intestina per prendere le redini dell'ordine cavalleresco, difensore dell'identità e delle tradizioni del Principato di Seborga. Solo di questo si tratta?
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