Miracolo di Beauvais-en-Marseille

Nel volume di Sergio Meloni I miracoli eucaristici e le radici cristiane dell’Europa (Edizioni Studio Domenicano) si parla di quanto avvenne in Francia verso la fine del dicembre 1532. Una notte i ladri penetrarono nella chiesa parrocchiale di Beauvais-en-Marseille e portarono via una prezioso ciborio d’argento. Quando si accorsero che dentro c’erano alcune ostie consacrate, gettarono queste ultime sulla via principale e ci misero sopra una grossa pietra. Il primo di gennaio 1533 c’era bufera di neve e Jean Moucque, passando da lì, si incuriosì di quel pietrone stranamente libero dalla neve. Lo scostò e, meraviglia, ecco le ostie trafugate, perfettamente integre. L’uomo corse a chiamare don Prothais, il parroco, che subito, seguito da molta gente, riportò devotamente le ostie in chiesa. Sul punto del ritrovamento fu piantata una croce e, poiché cominciarono anche le guarigioni straordinarie, fu necessario costruirvi sopra una cappella, poi chiamata Chapelle des Saintes Hosties. I cronisti ricordano, in particolare, il sacerdote Jacques Sauvage, colpito da una paralisi che gli aveva tolto anche l’uso della voce: fu perfettamente risanato pellegrinando alla cappella del miracolo. E un nobile cieco dalla nascita, il signore d’Autreche, che acquistò la vista.

Purtroppo quelle ostie non ci sono più perché nel 1561 il vescovo-conte di Beauvais, Oder de Coligny, si fece calvinista e si sposò; prima di abbandonare il cattolicesimo e le sue «superstizioni» aveva ordinato ai preti della cappella, ignari delle sue intenzioni, di consumare le sacre particole.
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