Ormai c'è profumo di Natale nelle case e nelle strade e allora vi voglio raccontare la storia di un pony che, sopravvissuto all'uragano Katrina, è diventato un simbolo di speranza.
Kaye Harris viveva vicino a New Orleans e, pochi giorni dopo la devastazione di Katrina, si trovava fra i volontari in cerca di feriti, quando vide un piccolo cavallo che stava per annegare. Con non poca fatica, e aiutato da diversi soccorritori, riuscì a salvarlo e mise nome Molly a quella giovane femmina di pony che vagava, ormai priva di forze, tra acqua e fango. Pochi mesi dopo, Molly fu violentemente attaccata da un cane che sempre Harris aveva salvato durante i giorni dell'uragano. Le lesioni, su una zampa anteriore, erano talmente profonde che si dovette procedere all'amputazione.
Harris, che aveva un'antica frequentazione con i cavalli, ricordava un detto che girava da tempo immemore sulle bocche di chi frequentava il mondo degli equini: " Lose the leg, lose the horse" (persa la zampa, perso il cavallo). Ma l'indomabile spirito di vivere che possedeva Molly ebbe ragione anche dei più antichi e radicati proverbi. Il pony cominciò a camminare su tre zampe, mostrando grande abilità nel compensare la mancanza della quarta. Harris decise allora, contro lo scetticismo di tutti i suoi conoscenti, di cercare una protesi per Molly. Il Dr. Moore, della Louisiana University, rimase impressionato da un video inviatogli da Harris. Quel pony era pieno di vita e meritava il suo aiuto. L'intervento e la degenza, molto costosi, furono pagati dalla Humane Society e dal Lifesavers Wild Horse Rescue. In pochi giorni Molly si adattò alla sua nuova "zampa". «Sono convinto - dice Harris - che Molly oggi esiste perché non è stata troppo vezzeggiata, ma lasciata libera di affrontare se stessa, proprio come si dovrebbe fare, entro i corretti limiti, con una persona disabile che deve imparare a superare le difficoltà della vita».
Ora Molly passa il suo tempo a visitare scuole, ospedali, case per anziani e basi militari, oltre ad "aiutare" gli altri cavalli salvati in mille circostanze e portati nel luogo dove sorge la fondazione che porta il suo nome.
Quando le persone la vedono camminare disinvolta con la sua zampa in titanio, quando vedono un pony felice, quando Molly posa la testa sulla spalla di un malato, di un bimbo o di un anziano, allora gli occhi si spalancano e se il viso è solcato da una lacrima non è certo di tristezza. Kaye Harris e la sua Molly non hanno dubbi: «È una lacrima di speranza».
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