Annalisa Andreo
Cominciata sulle note del Messia di Haendel, la magia della neve affascina ancora una volta la piazza di Santa Maria Maggiore. A richiamare quel miracolo della Vergine che volle per lei una casa nel posto che sarebbe stato indicato da una prodigiosa nevicata fuori stagione.
Giochi di luce, immagini tridimensionali e il «miracolo» hanno accolto ieri la folla di spettatori che attendevano di rivivere latmosfera che milleseicento anni prima aveva accolto il prodigio, in una serata dedicata alla memoria di Giovanni Paolo II e alla sua beatificazione.
Era il 5 agosto del 358 d.C., quando, come vuole la leggenda, la Madonna apparve in sogno al pontefice Liberio esprimendogli il desiderio di avere a Roma un luogo di culto a lei dedicato, nel posto in cui quella notte sarebbe caduta la neve estiva. Lo stesso sogno fece Giovanni, un ricco patrizio cristiano, che rappresentava limperatore, in quel periodo a Costantinopoli, a cui la Madonna chiese di recarsi alle prime luci dellalba in cima allEsquilino (antico colle Cispio) che avrebbe trovato avvolto da un sottile manto. Il mattino seguente Giovanni e Liberio trovarono la neve proprio nel punto indicato. Giovanni ne finanziò la costruzione entro un perimetro tracciato proprio dal pontefice a delimitare la zona coperta dal velo miracoloso; ebbe così inizio la costruzione di quella che oggi è la più grande chiesa di Roma dedicata alla Vergine.
Il «prodigio» che da ventitrè anni rievoca la leggenda, è stato allestito ancora una volta dal suo inventore, larchitetto Cesare Esposito, che ha voluto trasformare larchitettura della facciata in un grande «specchio lunare», proprio perché «le scenografie celesti sono una concentrazione di visioni storiche della nostra tradizione romana». La caduta della neve è stata ricreata da speciali cannoni sistemati negli edifici circostanti la piazza e accompagnata da effetti luminosi prodotti da raggi laser. «Oggi - ricorda ancora Esposito - il miracolo della neve a Roma è conosciuto in tutto il mondo, e per i romani, a furor di popolo, è considerato uno degli eventi più rappresentativi delle antiche tradizioni».
Entusiasta la folla che ha partecipato allevento. Francesca, 21 anni di Tarquinia, per tutta la serata col naso allinsù: «Vengo qui tutti gli anni, rinunciando anche a una giornata di mare, ed è sempre unemozione che si rinnova». Le fa eco Alessio, che invece assiste alla nevicata per la prima volta: «Allinizio non volevo venire, i miei amici mi ci hanno trascinato quasi a forza. Non credevo fosse unesperienza così suggestiva».
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