Un re dei supermercati, un po’ di banche,un folto gruppo di veterani del mattone, i quattro eredi di un grande vecchio dell’imprenditoria lombarda: è variegato l’elenco degli spettatori che guardano con interesse particolare alle decisioni in dirittura d’arrivo sui terreni dell’Expo 2015. Sono i proprietari dei terreni su cui partirà una delle operazioni immobiliari più imponenti mai realizzate in Lombardia. E accanto a tanti nomi noti, c’è anche un signore senza volto. Anche lui è padrone di una fetta delle aree. Ma il suo nome è nascosto dietro lo schermo di una fiduciaria svizzera, controllata dalla Banca del Ceresio, che sul suo sito internet vanta l’assolta riservatezza come il servizio più importante fornito ai propri clienti. Il nome del fortunato, dunque, ufficialmente non si sa. Ma si sa che anche per lui l’Expo sarà un bell’affare: soprattutto se - sull’onda delle difficoltà di cassa degli enti pubblici milanesi - prevarrà la linea sostenuta dal sindaco Letizia Moratti, con i terreni prestati a costo zero all’Expo e subito dopo restituiti ai proprietari, trasformati da agricoli a edificabili con un tasso che articoli (mai smentiti) di due anni fa indicavano addirittura nello 0,60 a metro quadro. Ad aspettare con comprensibile ansia la decisione sono i tre grossi soggetti che controllano le aree interessate all’evento: Fiera Milano, Cascina Merlata spa e Belgioiosa srl. La prima è sostanzialmente in mano alla Regione. La seconda è un affollato rassemblement dove la parte del leone oltre a costruttori storici come i Botta e i Borio Mangiarotti- la fa, con il 60 per cento, Euromilano: nel cui pacchetto azionario sta, accanto a Unicredit, la Canova 2007, ovvero il vecchio Marco Brunelli, fondatore insieme ai Caprotti dell’Esselunga e dei Gs, e poi degli Iper. Per inciampare nella fiduciaria e nel suo misterioso cliente, bisogna invece arrivare a frugare nel terzo soggetto che controlla centinaia di migliaia di metri quadri nella zona di Rho-Pero: ovvero la Belgioiosa srl. La società è controllata al 100 per cento da una spa, dal poetico nome "Raggio di luna", che altro non è che la holding di famiglia dei Cabassi: ovvero dei discendenti del grande Pino Cabassi, el sabiunatt , l’ex commerciante di ghiaia divenuto uno dei protagonisti del boom edilizio di Milano. La Belgioiosa, in realtà fino a un paio d’anni fa era controllata da un’altra società di nome Sintesi, fatta sparire dai Cabassi in una operazione che i giornali finanziari hanno spiegato come un accorciamento della catena di controllo.Sta di fatto che,in occasione dell’operazione Sintesi, la stampa specializzata indicava che il pacchetto di controllo della Raggio di Luna sta per intero nelle mani dei quattro fratelli Cabassi: il 28 per cento a testa per Marco e Matteo, il 22 per Maria Chiara e Maria Gabriella. In realtà se oggi si va a frugare nell’azionariato della Raggio di Luna si scopre che c’è un quinto incomodo: delle 40.630.100 azioni della società, i fratelli Cabassi ne controllano 37.533.000. Mancano all’appello 3.097.
100 azioni, che sono esattamente quelle in mano alla fiduciaria ticinese. Se anche quelle sono in mano ai Cabassi, che bisogno c’era di isolarle dietro a uno schermo? E se sono in mano a qualcun altro, chi è il fortunato?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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