
Una sottiletta con dentro uno smartphone. Si può riassumere così la novità più succosa del lancio dei nuovi iPhone, perché è stato l’Air a portare qualcosa di nuovo da Cupertino. Una piccola rivoluzione per Apple, perché la scelta di uno spessore così estremo (5,6 millimetri, è poco più grande della presa Usb-C di ricarica) e una sfida che viene lanciata alla concorrenza, seguendo un percorso che altri non hanno ancora osato fare. Soprattutto perché, per la prima volta, su un iPhone non c’è lo slot per la Sim: si fa tutto con quella elettronica, e vediamo se gli operatori italiani saranno costretti ad accelerare su questa soluzione.
Per il resto gli altri modelli hanno migliorato il migliorabile: il 17 assume uno display da 6,3 con 120 Hz di refresh rate, i Pro ovviamente aumentano la loro capacità fotografica, cambiando il materiale della scocca da titanio ad alluminio. Tutto insomma come previsto dalle indiscrezioni della vigilia, e forse l’altra notizia è la funzionalità di traduzione automatica delle cuffie AirPods Pro 3, che effettivamente sono un passo avanti verso il futuro.
Resta il problema del prezzo: ci sono varie possibilità di acquisto, ma gli iPhone restano un vero gioiello come listino, anche se non tutto che c’è dentro luccica.
Sull’intelligenza artificiale il ritardo con altri modelli della concorrenza esiste, e la notizia che Tim Cook stia cercando di venire a patti con Google per avere Gemini (oltre a ChatGPT) sui suoi modelli, non depone a favore degli ingegneri della Mela. Insomma: l’iPhone è sempre l’iPhone, anche nella versione di 17. Però Air a parte, bisognerà trovare qualche altro coniglio dal cilindro prima che sia troppo tardi. E sparisca la magia.