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"Qualità e bellezza al giusto prezzo: il futuro di Motorola è a colori"

Giorgia Bulgarella, Head of Marketing in Italia, racconta la svolta del marchio del Gruppo Lenovo: “Siamo al 12% di quota sul mercato, puntiamo alla fascia media e a un ecosistema sostenibile. E faremo la differenza con AI e servizi”

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Creatività, bellezza, qualità accessibile. Anche la tecnologia può avere un tocco femminile, che di questi tempi di omologazione degli smartphone diventa un segno distintivo che paga sul mercato. Lo dimostrano i dati di Motorola, che in Italia ha raggiunto il 12% di quota con una salita vertiginosa. “E il nostro obbiettivo è raddoppiare questa crescita - spiega Giorgia Bulgarella, head of marketing dell’azienda del Gruppo Lenovo in Italia -: il nostro Paese, con la Polonia, sta trainando l'Europa che è in grande crescita”.

Al Mobile World Congress avete scelto di non portare nuovi prodotti.

“Ne abbiamo molti in rampa di lancio quest’anno, per questo l’azienda ha preferito portare soluzioni e concept che dimostrino cosa siamo in grado di fare per i consumatori”.

Alcuni esempi?

“Principalmente due: una soluzione e una partnership. La prima si chiama Smart Connect, una funzionalità che permette l’integrazione tra tablet, pc e telefono, unendo i tre dispositivi come se fossero uno unico. Con un’esperienza per l’utente facilitata e la possibilità di lavorare su tre schermi contemporaneamente”.

Motorola

E la collaborazione?

“Abbiamo chiuso un accordo con Gorilla Glass che porterà lo schermo ultraresistente su tutti i nostri modelli di qualsiasi prezzo. In questi ultimi anni abbiamo lavorato molto sul lifestyle, per esempio grazie all’accordo con Pantone. Ma dobbiamo dare un prodotto bello che sia anche durevole”.

Ha colpito molto il concept dello smartphone “bendable”.

“Il pieghevole che si può anche arrotolare intorno al polso si era visto al Ces di Las Vegas e abbiamo voluto portarlo anche a Barcellona. Ha un display adattativo e l’intelligenza artificiale, ed è un esempio di come l’azienda si sta muovendo nell’innovazione. E poi comunque strizza l’occhio allo stile, visto che con una foto si può trasformare lo sfondo abbinandolo al proprio abbigliamento”.

A proposito di intelligenza artificiale…

“Ci saremo anche noi, ovvio. Ne parleremo presto, insieme a Lenovo ci stiamo lavorando. Ci saranno sorprese”.

Tra Lenovo e Motorola la sinergia ormai è completa.

“L’abbiamo vista, la vediamo e la vedremo. Il concetto di ecosistema è indispensabile, presto arriveranno altri prodotti dedicati al mondo business. Della quota mobile l’abbiamo detto, ma anche i computer sono in ripresa. Con la casa madre gli obbiettivi sono chiari”.

Quali vantaggi ne trarranno i consumatori?

“Il messaggi è: design, sostenibilità, qualità a prezzi ragionevoli. Puntiamo anche al pubblico giovane, il modello g84 mostra la controtendenza rispetto a quanto i telefoni erano solo bianchi o neri. L’azienda vuole sperimentare colori e materiali per valorizzare la fascia media per chi non vuole spendere cifre esagerate per avere prodotti belli e funzionanti”.

Tutto questo sta spostando il modo in cui siete percepiti?

“Sì. E sta spostando anche il prezzo medio. Motorola ha quote da leader del mercato sotto i 150 euro di listino, ma a livello di volume di vendita sta aumentando la fascia media, ed è lì che vogliamo arrivare. In un mercato globale che ha segnato -12% pure nell’ultimo trimestre è un dato importante”.

E allora: è giusto ancora competere nella fascia premium? Quella da 1000 euro in su, per intenderci.

“È un discorso interessante. Secondo me ormai ha poco senso andare a farsi la guerra con prodotti che danno marginalità ridotte che si erodono: così si mette in crisi il sistema, I numeri dicono che il consumatore oggi cambia il suo smartphone ogni 28-29 mesi, mentre prima al massimo lo faceva dopo 24. Si comprano meno prodotti, per cui l’obbiettivo è dare più qualità a un prezzo che la gente si può permettere.

Però…

“Non siamo da soli sul mercato e la competizione è diventata schizofrenica: spesso si inseguono quote senza obbiettivi chiari”.

Qual è il rimedio, allora?

“L’industria dovrebbe riflettere e concentrarsi su servizi e valore, cominciando dal capire perché l’utente decide di cambiare telefono. Invece il rischio è che accada come quando qualcuno decise di buttare sul mercato tablet a 50 euro e ha distrutto il mercato”.

Quindi lo smartphone che futuro ha?

“L’intelligenza artificiale sarà il game changer: cambierà le logiche di mercato e nel tempo diventerà trainante. I dispositivi hanno raggiunto un limite di sviluppo, il software crescerà di importanza e ci sarà per contro una razionalizzazione dell’hardware. Con nuovi sistemi redditività per le aziende, con servizi base e premium a fare la differenza.

Noi ovviamente siamo pronti”.

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