La moda italiana spinge sulla ripresa Bene l’export

Alla fine di settembre la Camera nazionale della moda italiana ha fornito l’ultimo documento sull’industria della Moda che include: il tessile, l’abbigliamento, la pelletteria e le calzature. I dati non sono negativi anzi fanno ben sperare nella ripresa dopo la crisi profonda che ha colpito il settore nel 2008 e nel 2009. Il fatturato previsto per il 2010 è di 60 miliardi circa, lontano dai 69 del 2007 ma in aumento dai 56 miliardi del 2009 sui quali si registra un 6,6 di percentuale positiva.
Si conferma quindi la ripresa già avviata nel secondo semestre e l’Isaf, che studia in Italia i cicli congiunturali ha collocato sullo stesso piano Moda, Meccanica strumentale, Arredamento quali pilastri del made in Italy e li ha classificati settori «in espansione». Se permaneva una marcata prudenza nelle previsioni ad indicare un «range» perché la minaccia di uno stop alla ripresa rimaneva inclusa nello scenario globale, oggi i consuntivi favorevoli del secondo semestre permettono di affermare che il rischio è stato superato.
La crescita si è diffusa sia nel settore a monte che in quello a valle, dove finalmente anche l’abbigliamento e le calzature sono allineate alla pelletteria già in crescita nel primo trimestre. Per quanto riguarda i consumi il clima di fiducia delle famiglie rimane negativo in Italia ma continua a migliorare nel resto d’Europa, confermato anche dalle indagini di agosto. Si è invece stabilizzato il «Consumer confidence index» americano dopo la crescita dei primi sei mesi dell’anno.
Il commercio estero rileva un export in crescita malgrado l’abbigliamento si muova al rallentatore e in alcuni mercati chiave sia ancora negativo. Nel complesso, comunque, l’export del sistema moda è cresciuto del 5,5 % con buoni risultati negli Usa +12% e Cina (Hong Kong) + 34% e ci permette di ottenere un saldo commerciale di 11,790 miliardi di euro. La Francia e la Germania si contendono il primo posto tra i paesi importatori dall’Italia seguiti da Spagna, Russia, Stati Uniti, Regno Unito, Hong Kong (Cina) e Giappone. Le prospettive per l’industria italiana della moda per il 2011 sono influenzate da due fattori: il primo è la dimensione del rallentamento del quadro economico dipendente dalla politica dei governi nel contesto dell’incertezza della domanda per consumi; il secondo è, come sempre, l’andamento del tasso di cambio.

In tale quadro e in assenza di nuovi choc esterni la crescita del fatturato dell’industria della moda italiana potrà continuare nel primo semestre del 2011 a tassi vicini al 10% con probabile lieve calo nel secondo semestre dell’anno.

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