Moelgg e Rocca completano la débâcle azzurra

Male anche in slalom. Quattro giorni disastrosi sulle nevi di casa

Nemmeno lo slalom è riuscito a salvare il bilancio dello sci azzurro nell’attesissima quattro giorni italiana di coppa: ieri in Alta Badia il migliore è stato Cristian Deville, 11°, mentre Manfred Moelgg, ben piazzato al sesto posto dopo la prima manche, ha sbagliato tutto nella seconda finendo lontanissimo, 20°. Il rientro di Rocca non è stato brillante, Giorgio è partito al rallentatore nella prima manche e dopo 16" ne prendeva già più di uno, tanto da far esclamare al suo preparatore atletico Roberto Manzoni una battutaccia: «Se fosse sceso con suo figlio in spalla sarebbe andato più veloce». Rocca ha chiuso 17° anche grazie agli errori altrui, ha perso il posto nei primi 15 mondiali, ma sicuramente farà tesoro dell’esperienza. Per uno saggio come lui c’è sempre qualcosa da imparare, anche nelle giornate nere.
Ha vinto, per la prima volta in carriera, un ragazzo bello e bravo che viene dalla Francia. Si chiama Jean-Baptiste Grange, ha 23 anni come Neureuther e Ligety, finiti sul podio con lui, ha dominato prima e seconda manche sciando con una fluidità e una facilità invidiabili, soprattutto da chi, come appunto Rocca, fatica a ritrovare buone sensazioni fra le porte della gara.
I sesti posti di Staudacher in superG e di Moelgg in gigante restano così i migliori risultati italiani del lungo fine settimana dolomitico.

Ancora una volta i nostri si sono un po’ persi quando si sono trovati sotto pressione, non è una novità e nessuno sottovaluta il problema. Claudio Ravetto, il dt azzurro, per il futuro vuole impostare un lavoro che miri sì sul miglioramento tecnico, ma anche e soprattutto su quello di tenuta psicologica. Facile a dirsi, molto meno a realizzarsi...

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