Un mondo di giovani ribelli (e antipatici)

Un mondo di giovani ribelli (e antipatici)

Adolescenza età ingrata, dicono esperti e saggi, rischiando di scivolare nel luogo comune. Evidentemente però quando si parla dei teenager i temi chiamati in causa sono poi sempre gli stessi: inquietudini, paure, manie, confusione, irresolutezza. Un mondo, il loro, che non comunica e non trova punti di contatto con quello degli adulti: rispetto al passato, quando le forme di ribellione avevano ragioni di natura politica, sociale, culturale, oggi se ne sottolinea l'assoluto velleitarismo e la vacuità. Chi è genitore si trova a combattere con armi spuntate e con la consapevolezza che è più facile sbagliare che far bene. Tanto loro, gli adolescenti, non li fai contenti mai.

Gira da queste parti la molla ispiratrice di The End of the F***ing World, prima serie in otto brevi puntate di mezz'ora ciascuna, prodotto inglese per Channel 4, creato da Jonathan Entwistle e basato sulla graphic novel di Charles Forsman. Che si tratti di Gran Bretagna, però, lo capiamo dalle auto con il volante a destra, perché il clima e le ambientazioni farebbero invece pensare alla provincia americana, con i suoi ampi spazi e il gusto per la musica indipendente.

I due protagonisti hanno diciassette anni e sono entrambi dei disadattati. James (Alex Lawther) è attraversato da una diffusa psicopatia con chiari istinti omicidi. Alyssa (Jessica Barden) si finge ninfomane e invece vive malissimo il rapporto col sesso. Lui timido e pericoloso, lei strafottente e fragile. Entrambi fuggono dalle loro famiglie famiglie monche o allargate, già di per sé modelli fallimentari - dalla scuola, dai coetanei. Il loro rapporto, almeno all'inizio, si basa su lunghi silenzi, sulla completa mancanza di dialogo e, proprio perché estranei a ogni tipo di convenzione, non usano telefoni cellulari e ignorano i social. Il che ce li rende un po' più simpatici, nonostante siano per buona parte della vicenda francamente insopportabili. Da sottolineare l'interpretazione di questi due giovanissimi attori, nati negli anni '90, già con un ottimo curriculum nel cinema e in tv.

Ricorrono gli stereotipi, anche abusati, del teenage movie: a spasso per una strana campagna inglese, a metà tra due giovani Bonnie & Clyde che non pagano il conto al ristorante, rapinano un maniaco e distruggono l'auto del babbo di James, e gli antieroi borderline dei film di Harmony Korine. La vicenda assume presto contorni horror e splatter, anche per arricchire una storia altrimenti povera di elementi narrativi.

The End of the F***ing World alla fine diverte, strappa qualche sorriso, anche se ciascuno di noi si augura che i propri figli, almeno loro, siano diversi da questi due soggetti. Però i campanelli d'allarme suonano per chiunque. Siamo tutti avvisati.

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