Per 23 giorni sopravvive al gelo polare dell'Alaska

Il giovane 30enne era rimasto senza casa e da metà dicembre non si avevano più sue notizie. Ritrovato grazie a un Sos che aveva scritto nella neve

Per 23 giorni sopravvive al gelo polare dell'Alaska

Per giorni ha vissuto al freddo glaciale dell'Alaska. E si è salvato, grazie a un Sos scritto nella neve. È l'incredibile storia di Tyson Steel, che per oltre tre settimane è sopravvissuto alle temperature polari dello stato americano.

A metà dicembre, la casa di Tyson, in cui viveva dallo scorso settembre, era stata invasa dalle fiamme, che erano partite dal tetto e l'avevano divorata. L'uomo era riuscito a salvarsi, portando con sé qualche riserva di cibo. Così, rimasto senza casa, il 30enne statunitense aveva cercato di trovare delle strategie, per riuscire a sopravvivere alle temperature glaciali, che raggiungono i 26 gradi sotto lo zero, e ripararsi dalle abbondanti nevicate che interessano lo stato. Non aveva alcun mezzo di comunicazione, per poter chiedere aiuto, dato che il suo cellulare non funzionava, e la prima zona abitata si trovava a circa 30 chilometri da lì.

Le prime due notti, Tyson ha dormito in una grotta scavata nella neve, poi ha costruito un rifugio di fortuna, per tenere il più lontano possibile gelo e precipitazioni. Ma si è reso conto di dover fare qualcosa per chiedere aiuto e, non potendo contare sul cellulare, ha pensato di tracciare sulla neve un gigantesco Sos, sperando che qualcuno dall'alto lo vedesse e arrivasse in suo soccorso. E così è stato. Infatti, un elicottero dell'esercito, allertato dai famigliari del 30enne che non avevano più notizie di lui, lo ha avvistato e prelevato, portandolo in salvo.

Il video del salvataggio dell'uomo è stato postato su Facebook dalle autorità locali e mostra l'immenso segnale di soccorso traccaito scavando della neve. L'uomo muove le braccia in direzione dell'elicottero, per attirare l'attenzione.

Per 23 giorni Tyson ha lottato contro il gelo e la fame, razionando le provviste che aveva salvato dall'incendio: aveva calcolato di avere a disposizione 2 scatolette al giorno, per 30 giorni. Ma tra le fiamme, il 30enne non ha perso solamente la sua casa. Il suo cane Phil non è uscito in tempo dall'abitazione ed è morto nel rogo: "Ha cominciato a urlare all'interno- ha raccontato Tyson ai media- Ero convinto che fosse uscito anche lui. Sono diventato isterico.

Non esistono parole per raccontare il mio dolore. Phil era il miglior cane del mondo".

Adesso, Tyson Steel sembra intensionato a lasciare l'Alaska, per tornare a vivere a Salt Lake City, nell'Utah, dove ritroverà la sua famiglia e anche un cane.

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