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Accuse choc alla polizia tedesca: "Torture ai danni dei migranti espulsi"

Il governo Merkel si è schierato senza indugi al fianco della polizia tedesca, rigettando con sdegno le accuse di torture lanciate da Strasburgo

Accuse choc alla polizia tedesca: "Torture ai danni dei migranti espulsi"

Le forze dell’ordine tedesche sono state di recente accusate dal Consiglio d’Europa, organizzazione internazionale con sede a Strasburgo e preposta alla promozione della cultura dei diritti umani, di torture ai danni dei migranti.

Gli addebiti nei confronti di Berlino sono stati formulati dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (Cpt), organo di tale istituzione incaricato della vigilanza contro gli eccessi perpetrati dalle autorità nazionali di pubblica sicurezza. In un rapporto pubblicato in questi giorni dal Cpt, i funzionari del Paese teutonico vengono appunto biasimati con forza per i loro abusi.

Costoro, a detta del documento, commetterebbero le violenze in questione sugli aerei diretti a rimpatriare i finti profughi respinti dalla Germania. Una volta caricati dalle forze di sicurezza federali su velivoli destinati a ricondurli nei Paesi di provenienza, gli stranieri che si sono visti in precedenza rigettare da Berlino le loro istanze di asilo politico verrebbero quindi sottoposti dai poliziotti che li scortano a “trattamenti barbari”.

I funzionari tedeschi si accanirebbero infatti contro i migranti espulsi applicando a questi ultimi delle “tecniche di soffocamento” e infliggendo di conseguenza “sofferenze inenarrabili” ai malcapitati. Sempre a bordo degli aerei diretti a rimpatriare i clandestini respinti dalla Germania, gli agenti delle scorte infliggerebbero ai finti profughi un’ulteriore pratica raccapricciante: l’“elettroshock ai testicoli”.

Secondo il rapporto del Cpt, stilato sulla base delle testimonianze rilasciate da diversi suoi funzionari che asseriscono di essere stati presenti sui voli incriminati durante la messa in atto di tali “torture”, la maggior parte di queste si sarebbe verificata lungo le rotte Germania-Afghanistan.

Le accuse formulate da Strasburgo hanno subito suscitato l’indignazione dell’esecutivo Merkel. Il ministro dell’Interno federale Horst Seehofer ha infatti rigettato gli addebiti avanzati a carico della polizia nazionale dal Consiglio d’Europa evidenziando l’“estrema professionalità” di quest’ultima nella gestione del fenomeno migratorio.

Egli ha poi rimarcato la sua determinazione nel difendere le forze dell’ordine tedesche da qualsiasi “menzogna faziosa” diffusa a loro danno.

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