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Afghanistan al voto tra astensione, brogli e attentati

Ieri 9,6 milioni di cittadini sono stati chiamati alle urne per eleggere il nuovo Presidente dell’Afghanistan. Il bilancio delle elezioni ha visto un elevato livello di astensione (record dal 2009) e diversi attentati da parte dei talebani, che hanno provocato la morte di 5 persone e 37 feriti

Afghanistan al voto tra astensione, brogli e attentati

L’Afghanistan ha votato ieri per le elezioni del nuovo presidente.

Una votazione popolare segnata da una forte astensione, molta paura di frodi e brogli elettorali, e diversi attacchi terroristici rivendicati dai talebani. Anche queste elezioni sono state macchiate dal sangue di innocenti cittadini, attaccati in diversi seggi elettorali del paese che hanno provocato almeno 5 morti e 37 feriti gravi.

Un bollettino di guerra al voto, come promesso dagli stessi ribelli afghani, che tutto sommato è rimasto abbastanza contenuto, rispetto agli attentati perpetrati durante la campagna elettorale, che pochi giorni fa avevano ucciso oltre 26 persone, e alle precedenti elezioni popolari.

L’Afghanistan oggi conta oltre 35 milioni di cittadini, ma solo 9,6 milioni di afghani sono stati chiamati a votare per eleggere il nuovo presidente di Kabul. In corsa per il mandato presidenziale si sono presentati ben 18 candidati, tra cui i due volti favoriti e più conosciuti, ovvero l'attuale presidente uscente Ashraf Ghani e Abdullah Abdullah, che negli ultimi è stato Capo del governo afghano.

La commissione elettorale ha annunciato stamane che, secondo i dati disponibili per la metà dei seggi elettorali (2.597 su 4.905), poco più del 10% degli elettori (1.051 milioni) aveva votato alle urne. La partecipazione potrebbe essere la più bassa delle quattro votazioni presidenziali iniziate nel 2004. L'affluenza più bassa finora è stata del 38% nel primo turno delle elezioni presidenziali del 2009.

Questa tornata elettorale è stata caratterizzata non solo da una scarsa affluenza alle urne, ma soprattutto dalla diffusa paura di attacchi terroristici da parte dei talebani, che avevano più volte ammonito la popolazione a non recarsi a votare.

Anche la possibilità di brogli elettorali ha sostenuto il clima di disaffezione politica generale. Infatti, la maggior parte dei cittadini afghani ha preferito non votare per la paura di irregolarità simili a quelle che avevano ostacolato le elezioni del 2014.

I risultati di queste elezioni presidenziali saranno annunciati in via preliminare il prossimo 19 ottobre e verranno confermati definitivamente il 7 novembre. Nel caso in cui nessuno dei 18 candidati presentatisi al primo turno abbia ottenuto più del 50% delle preferenze alle urne, si procederà ad una seconda votazione entro due settimane.

Le difficoltà che dovrà affrontare il neoeletto Presidente dell’Afghanistan sono davvero molte e le soluzioni a questi problemi sono tutte in salita. In primis, il Capo di stato avrà il compito di mediare i colloqui (oggi in stallo) tra Stati Uniti e talebani, negoziando il ritiro delle forze americane dal suolo afghano e la resa dei ribelli islamici. Inoltre, l’uomo forte di Kabul avrà anche l’arduo compito di provare a far rialzare il paese, cercando di migliorare le condizioni di vita dei propri cittadini.

Ricordiamo, infatti, che il 55% della popolazione afghana vive circa con due dollari al giorno.

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