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"È antisemitismo": Netanyahu accusa una serie tv israeliana

Netanyahu accusa la serie tv di Canale 12 di antisemitismo: racconta una vicenda delicata, dando troppo rilievo al punto di vista palestine. Il messaggio sui social: "Esercitate la democrazia non guardandola".

"È antisemitismo": Netanyahu accusa una serie tv israeliana

Il premier dello Stato ebraico Bibi Netanyahu ha accusato la serie televisiva "Our Boys" di essere antisemita, ma per la produzione - che vanta anche la partecipazione di Hbo - si tratta semplicemente di un racconto che rompe gli schemi e che per la prima volta vuole guardare alla storia dei "propri" ragazzi da entrambi i punti di vista, sia quello israeliano che quello palestinese. Le dure esternazioni del primo ministro - tralasciando il suo senso critico - sono sfociate immediatamente in teorie del "complotto": Canale 12 viene messo in cattiva luce per aver reso noti dei dossier scomodi che riguardano lo scandalo di corruzione nel quale Netanyahu è coinvolto.

I "nostri ragazzi sono uniti dall’orrore delle loro morti e dal dolore delle famiglie" - è questo il senso della drammatica storia che vuole essere portata sul piccolo schermo delle case di tutto Israele, ma per Bibi si tratta di una storia dai riflessi antisemiti, che affronta con toni sbagliati eventi estremamente delicati che hanno particolarmente scosso la storia recente d'Israele. Al centro delle critiche è infatti il caso del rapimento di tre giovani ebrei, che saranno poi ritrovati morti, e dell'assassinio per vendetta di un giovane arabo di Gerusalemme Est, Abu Khdeir, il cui corpo venne ritrovato dopo esser stato dato alle fiamme in un bosco. Questa ricostruzione degli eventi, raccontata in 10 episodi di "antisemitismo" secondo le parole di Netanyahu, sfocerà nel sanguinoso conflitto che si è consumato tra Israele e Hamas nel luglio e nell'agosto del 2014.

Per il premier la serie da troppo risalto all'assassinio del giovane palestinese, tralasciando completamente la storia di Naftali, Gilad, Yfrach: i tre adolescenti israeliani rapiti e uccisi da un gruppo di islamisti. Per questo i telespettatori sono stati esortati pubblicamente a boicottare la serie televisiva prodotta e mandata in onda da Canale 12 con la collaborazione di Hbo. "Questa è la vera risposta in democrazia, decidere che cosa guardare", ha scritto Netanyahu sulla sua pagina Facebook. La ricostruzione degli eventi sembrerebbe aver irritato profondamente il premier israeliano; ma c'è ci crede che l'operazione di boicottaggio che ha portato Netanyahu a consigliare alle famiglie che possiedono l'apparecchio per rilevare gli ascolti televisivi di "cambiare canale", sarebbe legata non tanto dalla linea narrativa seguita in "Our Boys" , ma al fatto che è stata prodotta e verrà mandata in onda dallo stesso canale che ha reso note le trascrizioni degli interrogatori di Shlomo Filber, ex-assistente del primo ministro coinvolto nello scandalo di corruzione per il quale è indagato anche il primo ministro Netanyahu. Stroncare la serie televisiva e decretarne l'insuccesso sarebbe un modo per screditare il Canale 12 come "macchina della propaganda" dell'opposizione.

Distanziandosi dalle teorie del complotto, sembrerebbe più che altro che nel raccontare questa brutta vicenda di odio e violenza, forse la destra israeliana pretendeva che il senso biblico di "occhio per occhio" venisse espresso più chiaramente dagli sceneggiatori Hagai Levi, Joseph Cedar, e Tawfik Abu-Wael; che invece si sono voluti concentrare, a detta loro, sul travaglio di una famiglia palestinese diventata simbolo dell'odio senza averne alcuna colpa.

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