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Chi chiama "putt..." la Le Pen è assolto, chi scrive "Je suis Coulibaly" è terrorista

Nelle stesse ore in cui Dieudonné è condannato per apologia al terrorismo, gli insulti sessisti a Marine Le Pen non costituiscono reato

Chi chiama "putt..." la Le Pen è assolto, chi scrive "Je suis Coulibaly" è terrorista

Nelle stesse ore in cui il comico Dieudonné veniva condannato a due mesi per aver detto "Je suis Charlie Coulibaly", i giudici francesi assolvono un altro comico, Nicolas Bedos, per aver chiamato "puttana fascista" il segretario del Front National Marine Le Pen.

Come racconta anche Le Monde, mercoledì 18 marzo la corte d'Appello di Parigi ha respinto il ricorso della Le Pen contro Bedos per ingiurie, presentato dopo gli insulti che le erano stati rivolti dalle colonne del settimanale Marianne nel gennaio 2012. Il comico insomma era nel suo diritto, chiamando "puttana" e "fascista" la figlia di Jean-Marie Le Pen: secondo il tribunale era infatti "perfettamente chiaro a qualsiasi lettore che l’articolo in questione era deliberatamente provocatorio" . Le motivazioni della sentenza, però, non sono ancora disponibili.

Nel gennaio di tre anni fa, Bedos criticava le espulsioni degli immigrati clandestini volute dal presidente Nicolas Sarkozy e dal ministro dell'Interno Claude Guéant: "La destra intende contrastare l'ascesa dell'estrema destra - scriveva il comico - Non lasciamo terreno a Marine, la vera malvagia. Nessuno impedirà a qualche rigido idealista di pensare che a forza di emulare la puttana fascista, è già al potere: la chiamiamo Claude Guéant."

La Le Pen si era lamentata, ma aveva intentato l'azione legale solo per quel "puttana" imperdonabile. Il direttore editoriale di Marianne, Maurice Szafran, è stato indagato per ingiurie e Nicolas Bedos per "complicità". Dopo l'assoluzione al processo, la leader del Front National aveva presentato ricorso. Che ora è stato nuovamente bocciato.

La decisione farà discutere anche perché è giunta a brevissima distanza dalla condanna per Dieudonné, condannato a due mesi con la condizionale per apologia del terrorismo dopo aver scritto un post su Facebook in cui affermava "Je suis Charlie Coulibaly".

Era gennaio e in tutto il mondo impazzava lo slogan "Je suis Charlie", che il comico aveva accostato il cognome di uno degli attentatori di Parigi. Una provocazione giudicata inammissibile.

Ora, dopo l'assoluzione per gli insulti alla Le Pen, monta la polemica contro il doppiopesismo dei giudici.

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