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Casa Bianca, duello senza esclusione di colpi tra Bannon e Kushner

Molti vedono lo stratega Steve Bannon ormai vicino all'uscita dalla Casa Bianca. Durissimo il rapporto tra lui e Jared Kushner, genero di Trump. Il presidente cerca di ricomporre la frattura ma lo scontro ormai è totale

Casa Bianca, duello senza esclusione di colpi tra Bannon e Kushner

Qualcuno l'ha definita una guerra tra bande, che si combatte senza esclusione di colpi nelle stanze ovattate della Casa Bianca. A guidare le due fazioni ci sarebbero Steve Bannon e Jared Kushner. Il primo è uno degli uomini che in passato Trump ha ascoltato di più (al punto da essere definito lo stratega del tycoon); il secondo, invece, è il fidato genero del presidente, marito di Ivanka Trump nonché ascoltatissimo consigliere del presidente. I due riflettono anime molto diverse: Bannon porta avanti le istanze della destra "populista", quella che si ispira al nativismo americano (contrario alle ondate di immigrati). L'altro, invece, è il rampollo di una ricca famiglia di imprenditori ebrei di New York, con un passato filo democratico. La recente estromissione dal Consiglio di Sicurezza nazionale, però, sembrerebe indicare l'improvvisa caduta in disgrazia di Bannon.

Dalla Casa Bianca trapelano voci di un fortissimo dissidio tra i due uomini, sfociato in un litigio ad alta voce, con Kuschner che avrebbe voluto impedire la partecipazione di Bannon ad un'importante riunione, e questi che avrebbe apostrofato in modo pesante il genero di Trump. Due i termini usati da Bannon per offenderlo, come riferito dal Daily Beast: "cuck" e "globalist". Parole non buttate lì a caso. "Cuck" (uomo che si diverte nel vedere la propria moglie con altri uomini), in gergo politico indica un repubblicano troppo moderato, "Rino" (Republican in name only). "Globalist" è indicato invece per bollare in modo spregiativo chi crede in una società multiculturale, aperta all'immigrazione, ed è a favore delle istituzioni internazionali. Vere e proprie bestemmie, queste ultime, per una parte dell'elettorato di Trump.

Al di là della reciproca antipatia lo scontro tra i due uomini riflette una guerra intestina volta a consigliare e condizionare la politica del presidente. Con Kuschner che sta aumentando sempre di più il proprio peso come consigliere (lavorando per migliorare l'efficienza dell'esecutivo e consigliando Trump sulla Cina), Bannon, invece, è dato in caduta libera, dopo l'estromissone dal Consiglio di sicurezza nazionale.

Politico ha riferito che le agenzie federali sarebero attraversate da una "guerra civile" sotterranea tra i lealisti di Trump e quelli fedeli al partito repubblicano. Questo scontro paralizzerebbe l'attività delle agenzie stesse. Un problema non di poco conto per la Casa Bianca.

La frattura è insanabile?

La rimozione di Bannon dal Consiglio per la Sicurezza nazionale potrebbe essere solo il primo passaggio di un ridimensionamento assai più drastico per il capo stratega di Trump. Secondo il Wall Street Journal, il presidente non tollera più la faida strisciante tra i suoi consiglieri. A far esplodere la tensione è stata la decisione presa da Trump di lanciare il bombardamento contro il regime siriano, fortemente osteggiata da Bannon. Secondo l'ex presidente di Breitbart News, descritto dai media liberal come "l'anima nera" del trumpismo, l'intervento in Siria sarebbe contrario alla dottrina dell'America first, prima gli interessi americani, rivelatasi vincente durante la campagna elettorale.

Al culmine del loro scontro, Bannon sarebbe arrivato a definire Kushner un "democratico", a testimonianza di quanto il rapporto tra i due sia ormai compromesso. Eppure in campagna elettorale l'intesa era quasi perfetta. Il fatto che Trump abbia deciso l'intervento militare in Siria dimostrerebbe in modo plastico la perdita d'influenza di Bannon nei confronti del presidente, a vantaggio dell'ala più moderata (pro-establishment) e sicuramente meno ideologica della Casa Bianca.

Secondo una ricostruzione fatta da Politico, il presidente avrebbe provato a ricomporre il rapporto tra Bannon e Kushner, convocando i due a Mar-a-Lago, questa settimana, e obbligandoli a sedere allo stesso tavolo. Ma per molti la rimozione di Bannon, ormai in rotta di collisione non solo con Kushner ma anche con Ivanka Trump (che si è detta "fiera" del padre per la decisione di bombardare il regime di Assad) non è una questione di "se" ma di "quando".

Dalla Casa Bianca puntuali arrivano le smentite. Le notizie sui dissidi sono "completamente false", ha detto un portavoce. Ma stando ad altre voci che trapelano ci sarebbero pochi dubbi: "La tensione, lo sfinimento, i nervi tesi sono diventati troppo evidenti da nascondere". Quindi, per riportare la calma e andare avanti, Trump potrebbe decidere alcuni cambiamenti.

Prima che sia troppo tardi.

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