Centomila profughi afghani pronti a entrare in Europa: tensioni al confine ungherese

L'allarme del prefetto di Gorizia: "Sono accampati nei boschi della Serbia, ma non illudetevi: il muro dell'Ungheria non basterà certo a fermarli"

Centomila profughi afghani pronti a entrare in Europa: tensioni al confine ungherese

Un vero e proprio esercito di disperati. Centomila afghani sarebbero accampati nei boschi della Serbia in attesa di entrare nel territorio Ue.

L'allarme arriva dal prefetto di Gorizia Vittorio Zappalorto, da tempo in prima linea nel monitoraggio dell'emergenza immigrazione al confine orientale. "Il governo serbo ha sotto controllo la situazione ma è chiaro che non può garantire il totale contenimento di queste persone - spiega Zappalorto al Piccolo - Inoltre, se altri profughi, com’è probabile, dovessero aggiungersi, sarebbe impossibile contenerli tutti".

Gli immigrati arrivano dall'Asia centrale, Pachistan e Afghanistan, attraversano l'Europa orientale, passano in Austria e di lì si riversano in Germania o in Italia.

Nelle località italiane a ridosso del Tarvisio carabinieri e polizia ogni giorno fermano sempre più migranti. Solo sabato scorso le autorità di confine ne hanno fermati 49 che vagavano senza meta poco oltre la frontiera austriaca.

Qualche settimana fa l'Ungheria aveva annunciato l'intenzione di costruire un muro anti-immigrati irregolari lungo il confine con la Serbia, ma per Zappalorto questo progetto è velleitario: "Non è con un muro che si contiene la determinazione di un popolo di migrare. Servono le politiche adatte e adatti provvedimenti. La storia ci dovrebbe insegnare pure qualcosa."

E a chi sogna nuovi muri a dividere l'Europa, il prefetto

ricorda: "Il lavoro da fare è un altro: si dovrebbe iniziare ad abbattere i tempi per l'identificazione e la definizione dello status giuridico dei profughi. Che, a partire dall'Italia, sono ancora scandalosamente lunghi".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica