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Dalla Corte Suprema schiaffo a Obama: stop alla riforma dell'immigrazione

La Corte suprema degli Stati Uniti ferma il piano sull'immigrazione che avrebbe legalizzato la posizione di 4 milioni di immigrati irregolari. Obama: "Decisione frustante"

Dalla Corte Suprema schiaffo a Obama: stop alla riforma dell'immigrazione

Per Barack Obama è uno schiaffo che fa male. Gli otto giudici della Corte suprema degli Stati Uniti, che hanno votato sulle misure migratorie volute dal presidente, si sono spaccati a metà lasciando così in un limbo quasi 5 milioni di immigrati senza documenti. "La decisione di oggi è frustrante", ha commentato il capo della Casa Bianca secondo cui lo stallo "non solo fa fare un passo indietro al sistema" che si voleva introdurre per regolarizzare milioni di clandestini, ma "fa fare un passo indietro al Paese che aspiriamo a essere".

Le misure furono decise nel novembre 2014 con decreti esecutivi, si rivolgevano ai giovani e ai padri con figli con residenza permanente o nazionalità statunitense. "Milioni di immigrati - ha tuonato Obama - crescono qui le loro famiglie e sperano in opportunità lavorative, di pagare le tasse, servire nel nostro esercito e contribuire pienamente al futuro di un paese che tutti amiamo". Si tratta di genitori irregolari di cittadini statunitensi, perchè nati sul suolo americano, e di ragazzi arrivati negli Stati Uniti da bambini. La Casa Bianca era ricorsa alla Corte Suprema per ribaltare la sentenza di un tribunale d'appello che lo scorso 9 novembre ha confermato la sospensione dell'ordine esecutivo per regolarizzare milioni di immigrati clandestini che adesso rischiano di essere rimandati a casa. Il primo stop alla riforma era arrivato da un tribunale del Texas su richiesta di 26 stati americani. La corte d'appello ha poi dato nuovamente torto ad Obama che a quel punto ha deciso di rivolgersi all'alta corte non potendo però immaginare che un giudice sarebbe venuto a mancare e non sarebbe stato sostituito per un veto repubblicano che impedisce a quell'organismo di decidere su importanti a stringenti temi del paese.

"Il blocco alla Corte Suprema - ha detto Obama - è frustrante per quelli che cercano di far crescere la nostra economia e razionalizzare il nostro sistema dell'immigrazione, permettendo alle persone di uscire dall'ombra". Il presidente degli Stati Uniti ha, quindi, ribadito la necessità che sia approvata al più presto la nomina del nono giudice che deve sostituire il conservatore Antonin Scalia, morto nei mesi scorsi.

Nei mesi scorsi Obama ha, infatti, scelto Merrick Garland. Ma la sua nomina non è stata ancora ratificata. Resta quindi in vigore il blocco il blocco deciso dalla corte inferiore, la Corte federale d'appello del quinto circuito con sede a New Orleans.

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