'Devono conoscere la lingua...' La nuova legge per i migranti

La nuova legge sul servizio-taxi entrerà in vigore nel 2022 ed è stata fortemente voluta dal governo di Copenaghen in nome del "buonsenso"

'Devono conoscere la lingua...' La nuova legge per i migranti

In Danimarca, il governo a guida socialdemocratica è finito nel mirino delle organizzazioni pro-migranti a causa della nuova legge sul servizio taxi, promossa proprio dall’esecutivo. In base alla riforma citata, approvata dal parlamento di Copenaghen a larga maggioranza, i tassisti in servizio nel Paese dovranno dimostrare di sapere parlare correttamente la lingua nazionale. Finora, il governo del primo ministro Mette Frederiksen si è contraddistinto per l’attuazione della linea del rigore in ambito migratorio, dichiarando guerra ai quartieri-ghetto e accelerando le procedure di espulsione degli stranieri irregolari.

Secondo la nuova legge voluta dal governo, per esercitare la professione di tassista in Danimarca bisognerà, a partire dal 2022, sapere intrattenere una conversazione in danese con i clienti che saliranno a bordo del mezzo. Una conoscenza superficiale della lingua nordica da parte dei tassisti non sarà quindi più tollerata dalle autorità. La riforma in questione renderà, di conseguenza, più lungo e complesso l’iter per il rilascio della licenza di autista, dato che gli aspiranti conducenti dovranno superare un test di lingua danese per potersi mettere alla guida di un taxi.

A difesa della legge si è subito schierato uno dei suoi maggiori promotori, ossia il ministro dei Trasporti Benny Engelbrecht, che l’ha presentata come una misura di buonsenso: “È un requisito perfettamente ragionevole che si debba essere in grado di avere una conversazione in danese quando si guida un taxi. Ora abbiamo un quadro normativo migliore. Alla luce della situazione attuale, con la pandemia in corso, al momento non è opportuno apportare importanti modifiche alla legge sui taxi, che non entrerà in vigore fino al 2022”. La normativa ha ultimamente ricevuto anche il sostegno di 3F, il sindacato più forte della Danimarca, con i suoi dirigenti che hanno affermato che la riforma contribuirà a migliorare nel complesso il servizio-taxi e a rafforzare l’istruzione dei conducenti: “Per la maggior parte dei tassisti migranti questo non è un problema, perché vivono da anni in Danimarca. Per coloro che sono arrivati nel Paese da poco ci sono invece diverse possibilità di imparare il danese al livello necessario prima di iniziare il lavoro come tassista. Questo non è un attacco ai lavoratori migranti, ma uno dei tanti modi per ottenere un settore migliore e più incentrato sui servizi”.

A tuonare contro la normativa, bollandola come discriminatoria, è stata invece l’ong Sos-Racisme, con i suoi rappresentanti danesi che hanno dichiarato: “Perché un tassista deve parlare bene il danese? Ha solo bisogno delle competenze linguistiche di base”. Secondo tale organizzazione, la nuova legge avrà il solo effetto di rendere più complicata la vita nel Paese per i migranti e i richiedenti asilo.

Di fatto, la nuova legge cambierà poco il servizio-taxi nelle zone rurali, dato

che lì i tassisti sono quasi tutti danesi di nascita, mentre nella capitale Copenaghen la situazione è diversa, con più conducenti che provengono dall'estero e parlano il danese solo come seconda lingua.

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