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Don Ciotti contro Salvini sul dl sicurezza: "È un'aberrazione"

Dalla "aberrazione giuridica" alla "invasione di campo": Don Luigi Ciotti stronca il dl sicurezza bis voluto da Matteo Salvini

Libera (da Facebook)
Libera (da Facebook)

Lo ha scandito con tutta la convinzione possibile: "La disumanità non diventi legge". Don Luigi Ciotti sta conducendo un battaglia contro il dl Sicurezza bis, che rappresenta l'ultimo provvedimento all'ordine del giorno del governo gialloverde prima della pausa agostana. C'è più di un trambusto attorno a un testo legislativo che potrebbe non trovare - queste sono le previsioni - il benestare di qualche parlamentare del MoVimento 5 Stelle. I riflettori domani saranno puntati sul Senato. Se la politica si interroga, però, il "prete di strada" non palesa incertezze.

Il vertice di Libera, argomentanto, ha in mente un copione preciso che pervade il campo del diritto: "Aberrazione giuridica". Matteo Salvini non viene nominato, ma in relazione ai compiti cui è deputato il dicastero del Viminale, Don Luigi Ciotti, attraverso un video pubblicato su YouTube da L'ufficio stampa di Acmos e Libera Piemonte, avanza una tesi: il ministro dell'Interno si trova già nella condizione di poter incidere sulla gestione dei fenomeni migratori in maniera "enorme". Quello che il dl sicurezza prescrive, allora, costituisce una "estensione" cui Don Luigi Ciotti affibbia volentieri l'etichettatura di "invasione di campo". Ma non è tutto.

Il consacrato attivista ventila un'opinione politicata: quello approvabile domani è un "ennesimo segno di un’ambizione sfrenata, indifferente alla divisione dei poteri su cui si fonda la democrazia". Siamo alle solite. Poi, un po'en passant, ma con la consueta energia argomentativa, lo spazio riservato alla predica sull'accoglienza dei migranti. E infine gli avvertimenti sui rischi comportati dall'avvento del populismo: "Questo decreto sicurezza non è segno di governo ma di gestione cinica del potere, tramite mezzi di cui la storia del Novecento ci ha fatto conoscere gli esiti tragici: la propaganda ossessiva, la sistematica manipolazione della realtà, la rappresentazione della vittima e del debole come nemico invasore, capro espiatorio". Chiamarle " le solite", a ben vedere, forse non è più adeguato.

In relazione alle battaglie portate avanti da certo clero, forse sarebbe meglio dire "le uniche".

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